Il vincitori assoluto del 2020, il colosso capace di aumentare in maniera vertiginosa il proprio volumi d’affari proprio mentre, a causa della pandemia e delle restrizioni imposte dai governi, tante attività tradizionali si trovavano costrette a chiudere i battenti. Amazon continua a contare le sempre più ricche entrate, arrivato a pesare in Borsa praticamente quanto l’intero Pil italiano. E se ne infischia delle polemiche, tante, che continuano a circondare il suo operato. A partire dalle accuse di evasione fiscale, ormai una costante più o meno in ogni Stato, fino al trattamento considerato “disumano” dei propri lavoratori.
Tante volte si sono puntati i fari, in passato, sui ritmi infernali ai quali Amazon costringe i propri dipendenti ad adeguarsi. Sui controlli ferrei, ossessivi, a cui i lavoratori sono sottoposti. E sulla paga ricevuta, tema sul quale il colosso americano sostiene però di aver fatto enormi passi avanti per garantire una retribuzione migliore a tutti gli assunti. Resta, però, il problema degli stagionali, costretti ad accettare stipendi bassi e contratti deboli nella speranza un domani di fare un salto di qualità. Una condizione, la loro, che non sembra affatto migliorata, anzi.
Repubblica ha raccontato nello specifico il dramma di uno di loro, Massimo Caccini da Ferrara, 58 anni. Costretto a vivere in un camper davanti allo stabilimento Amazon di Rovigo, vista l’impossibilità di trovare un alloggio vero e proprio: “Mi hanno assunto per tre mesi con il Mog (minimo orario garantito). Il mio compito è quello di prendere i pacchi e sistemarli negli scaffali robotizzati”. Il primo stipendio è stato di 968 euro per 104 ore, poco più di 9 euro l’ora. Nel parcegghi dello stabilimento, accanto all’uomo e alla moglie, altre persone che vivono in dei camper o dormono all’interno della propria auto.
Il segretario generale Cgil Rovigo Pieralberto Colombo ha spiegato: “Amazon offre due tipi di contratto: o tre mesi con il minimo garantito o un mese full time. Con il minimo garantito si lavorano 2 giorni a settimana, salvo poi essere richiamati in base alle esigenze, con 24 ore di anticipo”. Soltanto una piccola parte di questi salariati offre però le garanzie richieste dal mercato immobiliare. E così tanti, in mancanza di alternative, si adeguano a un’esistenza precaria, ammassati in un parcheggio. Ci si sveglia e si va a lavoro, seguendo mansioni codificate e obbedendo ai “leader”, a capo dei reparti, con casacche gialle. Sopra di loro i “manager”, con divisa gialla e blu, in una rigorosa catena di comando.
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