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“Il degrado di Milano, grazie Sala”

Pubblicato il 05/07/2021 17:04

di Luca Corrarati.

Noi che qui viviamo e che l’abbiamo nel cuore siamo stati costretti ad assistere all’evidente declino non solo di ciò che è pubblico ma anche del privato, basti pensare al tema della sicurezza.

Le vie di Milano sono sicure? Le sue piazze? Le sue abitazioni? Se una pensionata s’attardasse al centro anziani e dovesse tornare a casa al calar del sole come risponderebbe a queste domande?

Lo sappiamo bene avendo noi figli, genitori e nonni.

Sebbene Milano non sia per il momento ridotta a vestigia è fuor di dubbio che il degrado sia palese, tutto ciò che non rientra nella simbolica “Area C” sembra essere terra di nessuno agli occhi di Sala ed ancor peggio chi vi abita figlio dello stesso nessuno. Se non si tratta di calzini arcobaleno da sfoggiare sui social oppure se non si tratta dello stesso singolo grattacielo/giardino botanico osannato ad ogni piè sospinto allora scompare dai nostri occhi la figura del sindaco.

Cos’altro possiamo attribuire lui? Una pista ciclabile progettata ad occhi chiusi quale ciliegina sulla torta del suo operato.

Milano merita ben altro, deve ambire a ben altro.

Ed invece? Abbiamo ormai accettato passivamente l’affermarsi del triste fenomeno delle baby gang, le quali si rendono note alla cronaca con regolarità. Possiamo affermare caro sindaco, a questo punto, che abbandonare le periferie a loro stesse non sia stata una scelta saggia?

Lo stato d’abbandono, laddove non si possa parlare d’assenza totale, dei centri di svago e d’aggregazione giovanile hanno infine contribuito al crearsi di questi fenomeni abominevoli.

Infine la validità, a mio parere, della “teoria della finestra rotta” ingigantisce esponenzialmente ogni noncuranza del Sindaco conducendoci quindi al triste presente; nel quale risse e accoltellamenti sono all’ordine del giorno.

Tutto questo è accettabile? Io non posso accettarlo.

Che fare quindi? Sperare che l’attuale sindaco si ravveda e cambi completamente la sua visione del mondo oppure far si che chi ha una diversa visione del mondo prenda il suo posto?

V’ho posto l’ennesimo semplice quesito.