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Il crollo senza fine della produzione italiana: mai così giù dal 1978

Pubblicato il 03/04/2020 15:38

Un lunghissimo giro all’indietro delle lancette. Fino a un anno lontano, il 1978. La produzione industriale italiana, messa in ginocchio dall’emergenza coronavirus, rischia di tornare ai livelli di oltre cinquant’anni fa, un’altra epoca. Un allarme lanciato da Confindustria che ha sottolineato come mai, nonostante l’alternarsi di crisi e difficoltà, il nostro Paese si era trovato in una situazione così complicata nel recente passato.

Il crollo senza fine della produzione italiana: mai così giù dal 1978

Le previsioni fatte per il mese di marzo sono a dir poco drammatiche. Il settore più colpito in assoluto, stime alla mano, sarà quello dell’auto, che farà registrare addirittura un -85%. Non va troppo meglio in altri ambiti, con un quadro generale che ricorda quello delle crisi solitamente successive alle guerre. La produzione industriale nel primo trimestre è data in calo del 5,4%, il dato peggiore degli ultimi undici anni. E per il secondo semestre Confindustria teme che le cose possano soltanto precipitare ulteriormente.

Il crollo senza fine della produzione italiana: mai così giù dal 1978

Anche a seguito della chiusura del 60% delle imprese manifatturiere, infatti, la caduta dell’attività potrebbe raggiungere il 15%, con il risultato di un contributo negativo al prodotto interno lordo previsto in riduzione del 3,5% nel primo trimestre e del 6,5% nel secondo. Il calo dell’output di marzo rispetto a febbraio è del 9%, con gli ordini che si sono nel frattempo ridotti del 7,6% in confronto al mese precedente.

Il crollo senza fine della produzione italiana: mai così giù dal 1978

Qualora i dati Istat dovessero confermare questo quadro, si andrebbe incontro al più ampio crollo dell’attività da quando sono disponibili le serie storiche di produzione, ovvero dal 1960. I livelli assoluti tornerebbero così in linea con quelli del 1978. Anche dall’estero il futuro del nostro Paese sembra tutt’altro che roseo: secondo l’istituto tedesco Ifo, il nostro Pil dovrebbe aver un crollo di almeno l’8-13%, sempre che non sia necessario prolungare le misure restrittive oltre i termini al momento fissati.

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