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Il caro bollette colpisce anche le case di cura. L’allarme dell’Associazione nazionale: “Previsti aumenti sulle rette”

Pubblicato il 29/09/2022 20:51

Il caro-bollette continua a falcidiare l’Italia. Gli stratosferici aumenti delle fatture energetiche stanno mettendo in ginocchio tutte le attività ed i servizi, trasversalmente, senza alcuna distinzione. Questa volta a lanciare un nuovo allarme ci pensa l’Associazione nazionale delle strutture territoriali e per la terza età. E in alcune regioni c’è già chi ha aumentato le rette.
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Come descritto dal Messaggero, anche le case di riposo stanno risentendo parecchio del caro-bollette: «Ci sono stati casi in cui le direzioni hanno proposto agli ospiti di venire incontro ai rincari dell’energia, arrivati anche al 300% in più. Sicuramente il 2023 sarà un anno di aumenti, dal 20 al 30% al mese». Queste le parole Sebastiano Capurso, presidente di Anaste, l’Associazione nazionale delle strutture territoriali e per la terza età. Per ora tengono le Rsa, vincolate ai prezzi delle Regioni. Ma, dice Capurso, «invieremo a breve alla Regione Lazio una richiesta di aumento di almeno 600 euro al mese, quindi del 20% in più. Oggi c’è il vivo rischio di chiusure: alcune hanno già ridotto le attività dei reparti e lo fanno a mano a mano che gli anziani muoiono o vengono dimessi».
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Sebastiano Capurso

L’ammontare delle rette per le Rsa laziali è di circa 3.000 euro al mese. La metà è a carico della Regione Lazio. L’altra parte, invece, la paga la famiglia. Di questa somma «circa 500 euro vengono coperte dall’indennità dell’accompagnamento, al netto dei contributi comunali per chi ha un Isee inferiore ai 20.000 euro», prosegue Capurso. Ma siccome mancano le Rsa, i familiari si trovano costretti a portare gli anziani nelle case di riposo, i cui prezzi vanno dai «1.500 ai 2.400 euro al mese». Ma cambia il servizio, dunque anche il tipo di assistenza: «Le case di riposo dovrebbero ospitare utenti autosufficienti o parzialmente autosufficienti. Invece spesso capita che non potendo disporre dei posti letto in Rsa ci si rivolge in casa di riposo». Secondo una stima di Anaste, attualmente la situazione delle residenze sanitarie assistite a Roma è pesantemente sotto soglia: «oggi sono circa un terzo di quelle necessarie, secondo gli standard europei».
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Una situazione già di per sé non proprio rosea dunque, che viene aggravata ancor di più dallo spettro delle chiusure per via del caro bollette. I servizi al cittadino sono sempre più esigui, a fronte di un aumento generalizzato delle spese e di una pressione fiscale tra le più alte d’Europa. E’ chiaro come, di questo passo, l’Italia possa solo fare la fine di un treno in corsa verso uno spessissimo muro di cemento armato.

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