Prima le indiscrezioni sui canali russi di Telegram, poi la conferma sul sito degli appalti statali della Federazione Russa: Mosca sta acquistando urgentemente grandi lotti di ioduro di potassio per far fronte alle minacce nucleari. Una gara per l’acquisto di ioduro di potassio dal valore di quasi 5 milioni di rubli (90mila euro circa). Una notizia, quella riportata dal Fatto Quotidiano, che non lascia presagire nulla di buono.
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Dopo l’attivazione del sistema di deterrenza russo, messo in moto a pochi giorni dopo l’invasione dell’Ucraina, la notizia del maxi-bando sullo ioduro di potassio testimonia il reale rischio legato all’uso delle armi nucleari da parte delle parti coinvolte nel conflitto. Questa sostanza, infatti, è necessaria per la produzione dei farmaci contro la contaminazione radioattiva. La fornitura è destinata alle esigenze del centro di ricerca e produzione Pharmzashchita presso l’Agenzia federale medica e biologica della Russia. Secondo i calcoli del giornale di Mosca MSK1.RU, questo importo sarebbe sufficiente per acquistare più di 1,5 tonnellate di ioduro di potassio.
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A poche ore dalle ultime dichiarazioni del segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, il Cremlino ha deciso di fare la sua mossa, portandosi avanti nell’acquisto del prezioso materiale. Dal canto suo Stoltenberg aveva ribadito la concretezza della minaccia di una guerra nucleare dichiarando: “Non dico che l’uso delle armi nucleari da parte della Russia sia probabile, ma l’uso costante della retorica di un loro uso da parte di Putin è preoccupante e dobbiamo prendere questo rischio sul serio“, queste le sue parole ad una riunione del gruppo dell’Alleanza progressista Socialisti e Democratici al Parlamento europeo. L’Agenzia federale medica e biologica della Russia è impegnata nello sviluppo e nella produzione di medicinali, tra cui quelli destinati alla protezione delle persone dall’azione di fattori particolarmente pericolosi. Pharmzashchita produce ioduro di potassio sotto forma di compresse per prevenire l’accumulo di radiazioni nella ghiandola tiroidea.
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Come spiega il FQ, è dal 2020 che Pharmzaschita acquista regolarmente questa sostanza ogni volta che si esaurisce il lotto precedentemente acquistato. Ma questa volta qualcosa è cambiato. In precedenza, l’importo delle offerte non superava i 56.000 dollari, i bandi si svolgevano una o due volte l’anno e venivano date fino a due settimane di preavviso per presentare un’offerta. Con lo scoppio della guerra, a marzo l’Agenzia federale ha indetto due gare consecutive, ciascuna del valore di 1 milione di rubli (circa 18.000 euro). L’importo di quest’ultimo ordine ancora in corso, infine, è parecchie volte superiore ai precedenti (4.850.000 rubli) e come preavviso per la presentazione delle offerte sono stati dati solo quattro giorni: le domande verranno infatti accettate fino al 30 settembre.
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Nel frattempo il canale telegram filoucraino Insider UA riferisce che, secondo fonti di altri canali russi, alle truppe russe nelle regioni di Kherson e Zaporizhzhia vengono somministrate pastiglie di iodio e fornite tute di protezione chimica e altri farmaci contro le radiazioni. Il canale però sottolinea anche che non c’è ancora una conferma ufficiale di tali indiscrezioni. Una situazione di certo molto calda, che non deve essere assolutamente sottovalutata.
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Le dichiarazioni di Dmitry Medvedev secondo cui la Russia ha il diritto di utilizzare armi nucleari se necessario, come anche quelle rilasciate dal presidente Vladimir Putin, secondo cui, in caso di minaccia alla sua integrità territoriale, la Russia utilizzerà tutti i mezzi di difesa a sua disposizione, comprese le armi nucleari, dovrebbero spingere verso il buonsenso e far riflettere sulla direzione intrapresa da tutte le parti in causa. La cosa più auspicabile in questo momento è di certo una de-escalation, cosa che però Nato, Usa, Unione Europea e Russia non sembrano intenzionate a voler fare.
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