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“Hanno anche l’Aids”. Anche su questo aveva ragione Montagnier. La scoperta dei ricercatori

Pubblicato il 28/08/2022 13:04 - Aggiornato il 28/08/2022 13:05

I dati sull’epidemia di vaiolo delle scimmie (monkeypox) sono inequivocabili: il 98% delle infezioni riguarda uomini gay o bisessuali, il 41% dei positivi al monkeypox ha anche il virus dell’Hiv e il 29% soffre già di altre infezioni a trasmissione sessuale (Sti). Questi numeri sono stati pubblicati su un ampio studio rilasciato a luglio sul New England Journal of Medicine (Nejm) e sono perfettamente in linea con i dati registrati dagli enti per il controllo delle malattie europeo (Ecdc), americano (Cdc) e dalla stessa Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

Lo studio sul New England Journal of Medicine

Come riporta La Verità, sin dalla comparsa dei primi casi nei Paesi occidentali, a maggio, l’Oms ha dichiarato che «il 99% dei casi riguarda persone di sesso maschile, il 98% uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini» e ha chiesto loro di ridurre il numero di partner, di riconsiderare i rapporti intimi con nuovi partner e di scambiarsi le informazioni di contatto per consentire il follow up». Ebbene, lo studio pubblicato sul Nejm conferma tali dati, inquadrando con maggiore precisione una situazione sanitaria che interessa un gruppo preciso della comunità Lgbtq+. Ma andiamo sui crudi numero: su 528 casi il 98% maschi con età media 38 anni di 16 Paesi, il 95% dei contagi si è verificato durante i rapporti intimi tra uomini. Quasi uno su due aveva l’Hiv e quasi tre su dieci un’altra infezione a trasmissione sessuale.

Lo studio su The Lancet

Ma quello del Nejm non è il solo. Anche uno studio pubblicato a inizio agosto su The Lancet, basato sull’analisi di 181 casi di vaiolo delle scimmie in Spagna, ha rivelato che il 92% interessava uomini gay o bisessuali e il 40% delle persone conviveva con il virus dell’Aids (Hiv). «È un’indicazione indiretta della circolazione di infezioni legate ad abitudini omosessuali», spiega Giovanni Di Perri, direttore del reparto di malattie infettive dell’ospedale Amedeo di Savoia di Torino. Il monkeypox «è un’infezione che si trasmette per contatto stretto e prolungato, non necessariamente sessuale». Partita «dalle Canarie», durante un evento Gay pride si «è trasferita», continua l’infettivologo, «ad Anversa, a Madrid, nelle saune, e ha continuato a circolare a l l’interno della comunità omossessuale», che si sposta come località, ma rimane circoscritta.

Bassetti insiste sui vaccini

Interpellato da La Verità, anche l’infettivologo Matteo Bassetti dice la sua sul famigerato Vaiolo delle scimmie. Il problema riguarda «i rapporti promiscui, è difficile che questa malattia colpisca l’omosessuale con un rapporto stabile: interessa omo e bisessuali che hanno più partner», concorda Bassetti. La questione è delicata. «Appena uno dice che la campagna vaccinale, per una malattia che colpisce nel 90-95% dei casi giovani omossessuali, va indirizzata a loro, passa da omofobo. Io non devo essere politically correct, ma scientifically correct», ricorda lo specialista difendendo il ruolo della scienza medica su questioni sanitarie (e forse sarebbe ora che si inizi veramente ad esserlo, caro Bassetti – ndr). Certo, «sarebbe più giusto essere più selettivi e consigliarla a chi ha comportamenti a rischio», precisa il medico, che sottolinea: «La cosa peggiore in medicina e scienza è farsi influenzare, in prevenzione e cura, da condizioni sociologiche».

Luc Montagnier aveva ragione

Benché Matteo Bassetti ad altri esponenti della medicina dicano che la strada da percorrere sia quella della vaccinazione, in altre parti della comunità scientifica – quelle che fino ad oggi si sono dimostrate essere più coerenti e più pragmatiche – sta prendendo campo l’idea che l’acutizzarsi del Monkeypox sia una diretta conseguenza dell’indebolimento del sistema immunitario causato proprio della precedente vaccinazione anti-Covid. Il primo ad esporre tale ipotesi in tempi non sospetti fu proprio il Prof. Luc Montagnier, che durante il suo intervento all’evento di Milano al quale venne invitato e portato dal leader di Italexit, Gianluigi Paragone, spiegò al pubblico come «Il vaccino favorisce altre infezioni». Un concetto poi ripreso anche dal Responsabile del Dipartimento Salute Italexit, Prof. Giuseppe Barbaro, che proprio durante l’evento commemorativo del Prof. Luc Montagnier organizzato da Italexit alla Camera dei Deputati evidenziò come il vaiolo delle scimmie interessasse i soggetti colpiti da HIV.

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