Grano, mais, girasole. La guerra in corso in Ucraina si è già spostata dal campo di battaglia alle tavole dei cittadini di tutto il mondo, con il rialzo dei prezzi che si è tradotto in difficoltà per le famiglie, razionamenti, preoccupazioni per un futuro sempre più incerto. In tanti Paesi del mondo, come testimoniato dall’ultimo allarme lanciato dalla Fao: durante le prime ore dell’invasione russa, l’indice dei prezzi alimentari stava iniziando a toccare il suo massimo storico, in un trend che purtroppo è andato peggiorando nelle settimane successive. Il numero di persone ritenute “insicure dal punto di vista alimentare” è salito addirittura fino a quota 800 milioni.

Numeri così drammatici non si vedevano da oltre 10 anni e il timore è che le cose finiscano anche per peggiorare. Come spiegato dal Sole 24 Ore, Ucraina e Russia rappresentano da sole circa il 30% delle esportazioni globali di grano e il 20% di quelle di mais ogni anno. Quanto all’olio di girasole, usato tantissimo per esempio in Paesi come Cina e India, quasi due terzia della produzione mondiale proviene a sua volta dai due Stati coinvolti nel conflitto. Insieme, Kiev e Mosca esportano il 12% delle calorie scambiate in tutto il mondo.

I porti ucraini sfamano in maniera diretta circa 400 milioni di persone. Il granaio d’Europa si è fermato. E così i prezzi hanno iniziato a crescere un po’ dappertutto, Italia compresa: a metà marzo le quotazioni di grano tenero e mais hanno sfondato per la prima volta nella storia quota 400 euto a tonnellata. I futuri raccolti, inoltre, rischiano di subire gravissimi danni qualora il conflitto non avesse termine a breve, con le semine primaverili a repentaglio.

L’invasione dell’Ucraina è arrivata dopo due anni di pandemia, ovvero al termine di mesi e mesi di raccolti ridotti, acquisti disordinati e gravi problemi alle catene di approvvigionamento. Le scorte globali, quindi, “si ritrovano un terzo sotto alla media quinquennale” secondo il Sole 24 Ore. Le quotazioni del grano, a metà febbraio già sopra il 49% rispetto al periodo 2017-2021, sono ulteriormente cresciute del 30% a partire dal 24 febbraio, data di inizio della guerra. Quanto ai fertilizzanti, i prezzi sono più che raddoppiati.
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