C’è un partito, in Italia, particolarmente tenace, determinato a portare avanti la propria linea a tutti i costi, ignorando persino il parere degli esperti. È quello dei tifosissimi delle restrizioni, di chi difende il Green pass a spada tratta anche ora che il resto del mondo ha iniziato a fare netti passi indietro, lasciando liberi i cittadini di tornare alla vita di sempre. E non sembra volersi rassegnare al pensionamento del certificato virtuale il prossimo 31 marzo, come dimostrato dalle ultime prese di posizione del ministro della Salute Reoberto Speranza.
Con l’inizio di aprile, infatti, potrebbero sciogliersi sia il famigerato Comitato tecnico scientifico (Cts) sia la struttura commissariale guidata dal generale Francesco Paolo Figliuolo e incaricata della gestione della pandemia. Tanti esperti continuano a invocare anche l’abolizione del Green pass, con Speranza che però continua a invocare prudenza, paventando il rischio di una nuova ondata di Covid pronta ad abbattersi sull’Italia in autunno.
Cosa succederà, allora, al Green Pass? Secondo Money, Speranza sarebbe ancora fortemente contrario all’eliminazione del certificato verde, soprattutto sul lavoro. Possibile, allora, che l’allentamento delle restrizioni tanto invocato avvenga sì, ma solo al termine di un percorso a tappe che si muoverà in maniera estremamente prudente, con gli italiani chiamati ancora una volta a mostrare tanta, tantissima pazienza.
L’idea sarebbe infatti quella di mantenere in vigore il Green pass addirittura fino al 15 giugno, quando terminerà anche l’obbligo vaccinale al momento in vigore per la popolazione con più di 50 anni d’età. Dal 31 marzo potremmo assistere a dei cambiamenti, ma soltanto nella direzione di rimodulare il certificato verde in base ai dati epidemiologici.
Ti potrebbe interessare anche: Il giallo delle dosi Novavax sparite nel Lazio, l’assessore: “Non sappiamo dove siano”