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Giovani, precari, donne: altre 2 milioni di famiglie italiane ora sono a rischio povertà

Pubblicato il 23/11/2020 11:30

Due milioni di persone, un esercito che rischia di finire improvvisamente precipitato in un incubo chiamato povertà. Tante, infatti, le persone che potrebbero trovarsi presto a non sapere come arrivare a fine mese, in attesa degli aiuti di un governo che latita e si limita a riempire di soldi case farmaceutiche che promettono vacini rapidi, con contratti segreti. I numeri dell’ultimo rapporto Censis-Confcooperative fanno paura e raccontano di un Paese in ginocchio, che rischia di non superare più l’emergenza economica figlia della pandemia di Covid-19.

Giovani, precari, donne: altre 2 milioni di famiglie italiane ora sono a rischio povertà

Una crisi che, come tutte, non colpisce ovunque allo stesso modo. Ci sono categorie più fragili, più a rischio, che pagano inevitabilmente un prezzo più alto: sono soprattutto i giovani precari senza contratto, le donne con carriere discontinue, gli immigrati. Categorie che da un punto di vista statistico vengono fatte rientrare in un insieme di povertà relativa. Subito dopo, a soffrire sono i commercianti, i baristi, i ristoratori, le partite Iva, i lavoratori del mondo della cultura. Tutti settori colpiti dalle limitazioni imposte dal governo e che ora faticano a vedere un futuro roseo davanti al loro cammino.

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Le analisi di altri istituti, nello specifico quelle realizzate da Unipol-Ambrosetti, evidenziano come anche la cosiddetta classe media se la stia passando tutt’altro che bene. Un milione e mezzo di famiglie considerate al momento parte della piccola borghesia (il 10% del totale) stanno infatti scivolando verso il rischio di indigenza. Secondo la Banca d’Italia, il numero di nuclei che non riescono ad arrivare a fine mese sarebbe aumentato addirittura del 12%: erano il 46% prima della pandemia, adesso sono diventati il 58%: sei su dieci, quindi, dichiarano di essere oggi in difficoltà maggiori a causa della pandemia.

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Numeri drammatici che si sposano con quelli diffusi da Caritas nei giorni scorsi: l’incidenza di nuovi poveri nel periodo compreso tra maggio e settembre del 2020 è passata dal 31 al 45% rispetto allo stesso arco temporale nell’anno precedente. Tra chi è costretto a chiedere aiuto perché non sa più come fare, una persona su due lo fa per la prima volta, a testimonianza di come la crisi abbia messo in ginocchio anche chi, finora, era sempre riuscito a cavarsela con i propri mezzi.

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