Riuscirà mai questo governo ad azzeccarne una, senza infilarsi da solo nel solito tunnel di polemiche, fratture intestine e soprattutto imbarazzo? Viene da chiederselo di fronte alla gestione dell’emergenza della Sanità in Calabria, segnata da accuse, recriminazioni, contrasti. Alla fine la scelta del nuovo commissario è ricaduta su Eugenio Gaudio, ex rettore della Sapienza di Roma tornato così nella sua terra, visto che è originario di Cosenza. Tutti d’accordo? Macché. I Cinque Stelle avrebbero preferito Gino Strada, nome già sbandierato in lungo e in largo nelle ultime settimane, e insistono per un suo ingresso in squadra. Con il fondatore di Emergency che ha però già chiarito: “Io in tandem con Gaudio? Non esiste”.
Non bastasse la vicenda Strada a far arrossire gli esponenti del Conte bis, ecco subito saltar fuori la cosiddetta “vicenda siciliana”: l’ex rettore della Sapienza scelto per sostituire Zuccatelli, dimissionario prima ancora che il suo incarico divenisse operativo, è infatti ancora indagato dalla procura di Catania in una vicenda che risale al 2019, una maxi inchiesta su una serie di concorsi svolti nella città siciliana. I legali di Gaudio hanno chiesto l’archiviazione per il loro assistito, interrogato lo scorso 25 settembre dal pm Marco Bisogni, ma al momento non è stato ancora assunto alcun provvedimento formale. Soltanto nelle prossime settimane, dopo ulteriori valutazioni, arriverà una decisione in merito.
L’indagine vede coinvolti, oltre a Guadio, nomi di un certo spessore, tutti finiti sotto inchiesta, come l’ex sindaco di Catania e ministro dell’Interno Enzo Bianco e l’ex procuratore capo della città siciliana Vincenzo D’Agata. Tutto ruota intorno a un concorso per promuovere a docente di prima fascia Velia D’Agata, professoressa dell’università di Catania e figlia proprio dell’ex procuratore Vincenzo. Nel mirino della procura anche Filippo Drago, all’epoca direttore del dipartimento di Scienze Biomediche, e Francesco Basile, ex rettore dell’Università catanese.
Come riporta Il Fatto Quotidiano, secondo le accuse “al fine di condizionare le modalità di scelta del contraente, con collusioni consistite nell’individuare preventivamente il destinatario di una chiamata per docente di prima fascia ed indirizzando la scelta del Consiglio di Dipartimento sui criteri da adottare per il riconoscimento dei punteggi ai fini dell’individuazione del settore scientifico nel quale effettuare la chiamata e sulla procedura da seguire per la selezione turbavano il procedimento amministrativo diretto a stabilire il contenuto del bando”. Gaudio, secondo l’accusa, avrebbe suggerito agli altri indagati di indire una procedura concorusola ristretta ai soli docenti interni, così da evitare che un esterno potesse soffiare il posto alla figlia del procuratore. L’ex rettore ha ovviamente sempre negato. Resta però il dubbio sulla bontà della sua nomina a commissario, dubbio sollevato anche dal presidente dell’Antimafia Nicola Morra: “Gaudio? Sarà anche persona validisima. Ma per la Calabria non va bene”.
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