Tensione alle stelle a Foggia, dove era prevista una riunione alla Camera di Commercio alla quale hanno preso parte le associazioni di categoria in rappresentanza del mondo agricolo e che ha visto Coldiretti abbandonare la seduta in protesta con l’ennesima proposta degli industriali di abbassare il prezzo del grano. “È inaccettabile il continuo gioco al ribasso del prezzo del grano foggiano e pugliese, in una campagna che tra l’altro segna minori quantità e qualità apprezzata dal mercato” è stata la presa di posizione del delegato confederale Pietro Piccioni.
La rabbia è esplosa al momento di discutere del prezzo corrente del grano, ottenuto dall’ultima valutazione effettuata il 16 settembre, di circa 28 euro. Il mondo agricolo chiedeva che venisse aumentato, dall’altra parte si è trovato però di fronte un muro e il tentativo, addirittura, di abbassarlo ulteriormente. A quel punto le varie associazioni hanno deciso di abbandonare il tavolo. Ai microfoni di Foggia Today, il presidente Cia cittadino Michele Ferrandino ha definito improponibili gli attuali costi di produzione, circa 800 euro per ettaro.
Michele Letizia, dirigente di Coldiretti e memgro della commissione prezzi del grano, è andato a sua volta all’attacco: “Questo continuo calo di prezzo, per un grano di ottima qualità, è dovuto all’importazione di grano estero (maggiormente grano canadese), pagato molto meno ma che non ha paragoni con il grano italiano. Questo viene nazionalizzato e finisce sulle nostre tavole come se provenisse dalle nostre aziende, quando in realtà arriva da oltre i confini”. Secondo Coldiretti Puglia, la quantità di grano duro importata dal Canada è aumentata del 59% nel primo trimestre del 2020 e del 34% nel secondo.
Si preannunciano dunque altre settimane difficile in una Regione, la Puglia, che è la principale produttrice italiana di grano duro e dove il settore agricolo continua a essere una pentola in ebollizione. La soluzione? Attraverso le pagine del Paragone abbiamo già rilanciato più volte la proposta di esporre in bella mostra sulle confezioni la provenienza del grano, in modo da far sapere con esattezza al cliente la provenienza del prodotto che sta acquistando. Un meccanismo prezioso per tutelare le nostre eccellenze da una concorrenza sleale che rischia di mettere in ginocchio settori già alle prese con i devastanti effetti della crisi economica.
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