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Firenze, chiude la fabbrica e 422 operai finiscono licenziati con una semplice mail

Pubblicato il 10/07/2021 09:47 - Aggiornato il 10/07/2021 10:13

Una banale mail, come se ne ricevono tante ogni giorno, per comunicare ai dipendenti della Gkn di Campi Bisenzio, nella città metropolitana di Firenze, che sarebbero stati licenziati. Così la multinazionale britannica che produce componenti per il settore automobilistico e aerospaziale ha infatti aperto la procedura di licenziamento collettivo per tutti i suoi 422 operai dello stabilimento toscano, specificando nel testo che la struttura sarà chiusa come risposta alle difficoltà del settore automobilistico a causa della crisi figlia della pandemia.

Gkn opera complessivamente in 30 Stati diversi. Già da mesi, ormai, i sindacati avevano denunciato la situazione, puntando il dito contro l’azienda che aveva fatto già trapelare la volontà di chiudere la fabbrica e lasciare a casa i dipendenti. Nessuno, però, si aspettava che ogni possibile soluzione alternativa sarebbe stata respinta, con il colosso britannico deciso a licenziare tutti gli operai senza valutare altre opzioni.

“Una doccia fredda terribile – è stato il commento di Michele De Palma, segretario nazionale Fiom Cgil e responsabile automotive, e Daniele Calosi, segretario generale Fiom Cgil di Firenze e Prato – La chiusura di Campi Bisenzio rappresenta un enorme danno sociale oltre che economico con conseguenze nefaste per tutto l’indotto”.

“Sembra la scena di un film già visto con il caso della Bekaert: una scelta criminale di una multinazionale che conferma ancora una volta, se c’è ne fosse bisogno, che i datori di lavoro vogliono che il costo di questa crisi ricada sulle persone che per vivere devono lavorare” è stato il commento dei sindacati, che hanno chiesto un aiuto al governo. “Altrimenti ci troveremo ad affrontare ulteriori casi di chiusura di stabilimenti, anche in altri settori, e senza gli strumenti necessari per contrastare tali decisioni da parte di multinazionali spregiudicate”.

Una vicenda che ricorda molto da vicino quella che abbiamo raccontato negli scorsi giorni in provincia di Monza, dove la Gianetti Ruote di Ceriano Laghetto ha comunicato con una banale mail la volontà di chiudere i battenti ai propri 142 dipendenti, rimasti da un giorno all’altro senza un’occupazione.

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