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Farmaci da banco, il salasso per gli italiani: da noi costano fino a 6 volte di più che in Europa

Pubblicato il 09/03/2020 10:08 - Aggiornato il 09/03/2020 11:16

Perché in Italia assistiamo a uno strano fenomeno per cui i prezzi dei farmaci aumentano sempre di più e arrivano a costarci fino a 6 volte in più rispetto ad altri Paesi europei? Il caso specifico riguarda i prezzi dei farmaci di fascia C, acquistabili con ricetta ma a carico completo dei cittadini: da antidolorifici a ansiolitici, da colliri per la congiuntivite a pomate contro l’acne, fino ad antinfiammatori per trattare dolori muscolari. Il quadro di questa vergogna lo ha tracciato molto bene quifinanza.it che ha raccolto i dati. Si legge sul sito: “I rincari in media corrispondono al 5,7% in più per quasi 800 diverse tipologie di prodotti, circa un euro in più a confezione. È quanto prevede il decreto legge 87/2005, che stabilisce che ogni due anni, il gennaio di ogni anno dispari, le aziende farmaceutiche possono aumentare il prezzo dei farmaci con obbligo di ricetta non rimborsati dal Servizio sanitario nazionale”.

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Federfarma ricorda che invece “il prezzo al pubblico dei medicinali senza obbligo di ricetta è deciso da ciascuna farmacia ed esercizio commerciale abilitato alla vendita dei prodotti”. Le categorie coinvolte dagli aumenti sono tante: dagli antidolorifici agli antidepressivi, i mucolitici, viagra e simili, colliri e pomate a base di antibiotici, ansiolitici e sonniferi, antidolorifici, antinfiammatori, antistaminici. Tra i medicinali più noti vi sono Tachipirina, Fluimucil, Novalgina, Ansiolin, Gentamicina, Muscoril, Oki, Plasil, Toradol, Valium e Voltaren. I farmaci con l’aumento più consistente sono Muscoril, che costerà 1,60 euro in più e il collirio Tobradex, 2 euro in più. Un esempio? Le lacrime artificiali: in Francia un flacone costa 1,50 euro, in Italia costa da 7 euro in su.

In Italia i farmaci da banco costano di più che nel resto d’Europa. E la differenza di prezzo che i cittadini pagano è, soprattutto in alcuni casi, sostanziale: fino a sei volte di più, secondo un’indagine condotta dall’associazione per la tutela e difesa dei consumatori Altroconsumo. Come è possibile che questo accada? Perché paghiamo così tanto di più? Dall’indagine – in cui sono stati confrontati i prezzi applicati in Italia, Portogallo, Spagna, Belgio, Francia, Olanda, Germania e Regno Unito a 15 medicinali senza obbligo di prescrizione – risulta una variabilità notevole dei costi. Per la stessa molecola l’Italia non è quasi mai il paese meno caro, anzi spesso è proprio il più costoso.

Ad esempio ilparacetamolo generico da noi costa il quintuplo che in Belgio, Olanda, Spagna e Regno Unito: 16 centesimi contro 3 per una compressa da 500 mg. Mentre per l’ibuprofenearriviamo a sborsare sei volte il prezzo che si paga in Olanda: 29 centesimi contro 5 per una compressa da 200mg. Quanto all’Imodium, in Italia una capsula da 2mg costa in media 83 centesimi contro i 23 della Francia, quindi più del triplo.

Considerando che nel 2017 in Italia sono stati spesi per farmaci senza obbligo di prescrizione quasi due miliardi e mezzo di euro per un totale di 278 milioni di confezioni, quanto si potrebbe risparmiare se i prezzi fossero allineati a quelli dei Paesi europei in cui i costi sono più bassi? Questa è una vergogna che va fermata quanto prima. Non si può tollerare questo ennesimo salasso per le famiglie italiane che sono già abbastanza in difficoltà.

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