Cosa intende fare il nuovo governo Meloni contro l’evasione fiscale? Come è noto, quello dell’evasione è un problema che succhia all’Italia miliardi e miliardi di euro, e in un momento di crisi come questo, recuperarne almeno una parte potrebbe essere di grande aiuto per coprire le ingenti spese dello Stato. L’esecutivo, però, sembra intenzionato e non accanirsi troppo. Come spiegano Luigi Grassia e Luca Monticelli su La Stampa, “gli allegati alla Nadef 2022 dipingono un quadro in chiaro-scuro dell’evasione fiscale e contributiva. Risulta che l’evasione nel 2019 (da notare, prima della crisi economica indotta dal Covid) è scesa per la prima volta sotto i 100 miliardi di euro, a quota 99, cioè 4 miliardi in meno dell’anno precedente. La riduzione è stata particolarmente forte per l’Iva e il canone Rai. Tuttavia la relazione omette alcune voci, in particolare l’evasione dei contributi sociali dei lavoratori autonomi; tenendone conto, la stima totale dell’evasione sale a 122 miliardi. Inoltre continua ad aumentare l’evasione sui redditi da lavoro autonomo e da impresa soggetti a Irpef, con circa il 68% delle imposte non pagate”. E questo dovrebbe comunque far riflettere: posto che l’evasione sia sbagliata, è chiaro che una detassazione è più che mai necessaria, altrimenti molte piccole e medie imprese si ritrovano nella condizione di scegliere tra l’evasione per sopravvivenza o la chisuura dell’attività. Soprattutto dopo le batoste subite dalle scellerate norme anti-Covid nell’era del Conte 1 e Conte 2 e con le scellerate scelte di Draghi per la gestione della guerra in Ucraina. (Continua a leggere dopo la foto)

Continuano l’analisi su La Stampa: “Quanto alla cedolare secca sugli affitti, ha ridotto l’evasione ma la generosità dell’agevolazione ha comportato un costo netto per il bilancio pubblico. Infine viene smentita la tesi secondo cui la flat tax ridurrebbe la propensione all’evasione: al contrario, risulta che l’introduzione nel 2019 della flat tax del 15% per le partire Iva al di sotto dei 65 mila euro di fatturato ha rappresentato un incentivo alla sotto-fatturazione per rientrare nel regime forfettario. Il governo ha intenzione di inserire in legge di bilancio un pacchetto di norme per aiutare i contribuenti che non riescono a pagare le cartelle esattoriali. Sul tavolo c’è la riapertura dei termini della Rottamazione-ter. Ci sono oltre 500 mila italiani che avevano aderito all’ultimo piano di dilazione, ma non hanno rispettato i tempi in cui andavano saldate le rate, perdendo quindi il beneficio”. (Continua a leggere dopo la foto)

Con la crisi energetica e l’inflazione alle stelle, molte persone hanno vissuto problemi di liquidità e anche i bollettini per rientrare dai debiti con il fisco sono saltati. Non si tratta di sola evasione, dunque. C’è chi fatica a mettere i beni di prima necessità nel carrello, figurarsi pagare somme di quel tipo. “L’idea dell’esecutivo – anticipa La Stampa – è quella di prevedere una nuova rateizzazione in cinque anni per chi aveva aderito alla Rottamazione-ter e non ha rispettato i tempi. Per questi contribuenti si ipotizza di chiedere integralmente l’imposta dovuta più un forfait del 5 per cento da calcolare al posto di sanzioni e interessi. Si sta valutando anche un provvedimento di Rottamazione-quater da applicare a tutta la platea dei contribuenti e non solo a chi è decaduto dalla Rottamazione-ter, con una rateizzazione spalmata su dieci anni e lo sconto su sanzioni e interessi”. (Continua a leggere dopo la foto)

Inoltre, l’altra nota positiva è che sembra sempre più probabile una nuova edizione del saldo e stralcio, con la possibilità per i redditi bassi (il tetto oscilla trai 15 e i 30 mila euro di reddito annuo) di liquidare le cartelle che non superano i tremila euro pagando solo il 50 per cento del debito con l’Agenzia delle entrate, il 5 percento della sanzione e con gli interessi azzerati. “Una sanatoria che varrebbe sulle cartelle che arrivano al 2015. Allo stesso tempo si sta definendo anche un intervento solo di stralcio delle cartelle inesigibili per evasione per sfoltire il magazzino dei crediti non riscossi, che si aggira attorno ai mille miliardi di euro. L’ipotesi più concreta è quella di una cancellazione delle somme iscritte a ruolo fino a mille euro. I cittadini, le imprese e i professionisti che hanno ricevuto questo tipo di cartelle non dovranno fare alcuna richiesta, otterranno il beneficio automaticamente”.
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