Una guerra che ha rotto in maniera forse definitiva la dipendenza europea dalla Russia sul fronte gas. Con gli Stati Uniti subentrati a Mosca nel ruolo di principale fornitore, veri vincitori di un conflitto che si trascina ancora in Ucraina in attesa di una soluzione. Come sottolineato da Sissi Bellomo sulle pagine del Sole 24 Ore, Washington si è infatti ulteriormente rafforzato nel ruolo di potenza dell’Oil & Gas, incrementando la produzione fino a superare qualsiasi Paese concorrente e legandosi al Vecchio Continente. Un mercato, quello europeo, geograficamente molto lontano dagli Usa ma disponibile ad accogliere a braccia aperte (e soprattutto senza badare troppo a spese) i carichi di idrocarburi provenienti dall’altra parte dell’Oceano. (Continua a leggere dopo la foto)
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Le navi di petrolio che un tempo venivano impiegate soltanto lungo le rotte con l’Asia, oggi viaggiano regolarmente verso l’Europa. Imbarcazioni capaci di trasportare fino a 2 milioni di barili di greggio e che vengono riempite in alto mare, con dei trasferimenti “ship to ship”, coinvolgendo mezzi più piccoli. Un procedimento non facile e costoso, che però vale ora la pena portare avanti visto che quei carichi, nel Vecchio Continente, si vendono con facilità disarmante, a prezzo altissimo. (Continua a leggere dopo la foto)
Le grandi imbarcazioni provenienti dall’America e arrivate in Europa sono state ben 14 soltanto nel mese di gennaio, con il traffico in crescita nelle settimane successive. L’export di greggio americano marcia a ritmi altissimi, addirittura 5 milioni di barili al giorno sul finire di febbraio. In parallelo, gli Usa hanno superato chiunque anche sul fronte della produzione, estraendo lo scorso anno la bellezza di 11,9 mbg. (Continua a leggere dopo la foto)
Non si tratta, si badi bene, di forniture generose a un’Europa in difficoltà dopo la chiusura dei rubinetti da parte di Putin. I barili vengono pagati profumatamente, con alcuni accordi quinquennali già firmati. La prossima sfida degli Usa, determinati a conquistare il Vecchio Continente, sarà quella di produrre gas “pulito”, con emissioni di C02 ridotte o azzerate, per scavalcare anche i vincoli dell’Ue sui combustibili fossili. Un’impresa che non sembra certo impossibile.
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