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“Ecco le conseguenze del rave party”. La rabbia dei modenesi: la sinistra dovrebbe guardare con attenzione (VIDEO)

Pubblicato il 04/11/2022 09:38 - Aggiornato il 04/11/2022 17:57

Mentre il governo Meloni ha deciso di intervenire a gamba tesa sul tema dei rave party con una nuova legge pensata appositamente (e non gradita da una parte della stessa maggioranza, tanto da dover essere stravolta dopo nemmeno 48 ore dalla pubblicazione), dall’altra parte della barricata c’è una sinistra che continua a guardare al fenomeno con malcelata compiacenza. Sminuendone portata e potenziali rischi, come in fondo in quei festini non succedesse niente di male o quasi. Chi pensa che i partecipanti a questi raduni siano brave persone, educate e rispettose dell’ambiente, forse farebbe meglio a indagare veramente il fenomeno e capire cosa succede nei capannoni occupati abusivamente, come quello di Modena. Ascoltanto le testimonianze dei presenti. (Continua a leggere dopo la foto)

Mauro Bompani, cittadino modenese titolare di un capannone e di una casa a pochi metri dalla zona del rave, ha mostrato alle telecamere di Sky Tg24 un fondo devastato, imbrattato, con le mura degli immobili ricoperte di scritte da cima a fondo. “Avevamo cambiato la serratura [dell’abitazione] giusto due mesi fa e hanno sfondato la porta – ha spiegato – Solo per ripulire serviranno 10 o 15mila euro”. I partecipanti al rave hanno anche distrutto il cancello automatico della sua proprietà privata. (Continua a leggere dopo la foto)

Nicola Porro ha mostrato a sua volta riprese eloquenti, che vedono alternarsi divani e materassi abbandonati, bottiglie di birra, cartacce in tutta l’area, addirittura bambole appese con mollette sugli alberi. E pensare che c’è anche chi i rave party li difende o quasi, come la scrittrice Michela Murgia che a Otto e Mezzo ha parlato dell’intervento delle forze dell’ordine come di un’azione “da stato di polizia”. (Continua a leggere dopo la foto)

Nel caso di Modena sono stati 1400 i partecipanti identificati, con 14 organizzatori denunciati. Il sequestro dei dispositivi audio ammonta ad un valore pari a 150mila euro. I cittadini modenesi costretti a fare i conti con danni e disagi hanno commentato: “Non basteranno i decreti-legge a evitare cose di questo tipo, ma bisogna agire affinché queste persone non rimangano impunite”.

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