Meno “Green Deal” e più difesa. E’ questo il “nuovo corso” di Ursula Von der Leyen per essere rieletta alla guida dell’Unione Europea. Le proteste degli agricoltori e, in generale, un senso di intolleranza sempre più diffuso verso le istituzioni europee hanno lasciato il segno. E la Von der Leyen, che ha sicuramente tanti difetti ma non è ingenua, ha deciso di frenare sul Green e di cavalcare le tensioni internazionali e il clima di guerra che si respira in giro per il mondo per aumentare le proprie possibilità. Così, nel suo discorso di ieri nel quale annunciava la sua candidatura al bis per la presidenza Ue, non sono mancate le sorprese. L’ossessione Green non viene accantonata del tutto ma è sicuramente “ammorbidita” nei toni e nei modi. Al primo posto ora c’è la Difesa Comune Europea. (continua dopo la foto)
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Von der Leyen si mette in scia ai democratici americani, in un certo senso. Sposa l’escalation di dichiarazioni e azioni contro la Russia che stanno inasprendo il conflitto e portando a una nuova Guerra Fredda (che peraltro sembra già in atto). Ursula, quindi, pensa al nuovo sistema militare europeo come deterrente anti-Putin. E’ sempre la Russia il nemico da cui difendersi. O da attaccare, almeno diplomaticamente. Intanto ci si avvicina al voto per l’elezione del Presidente e Von der Leyen ha davanti a sé un terreno non semplice. I Cristiano-democratici tedeschi, il suo partito, l’hanno ricandidata ma dopo aver superato parecchi dubbi. Ora Ursula ha bisogno di altri appoggi. Che non arriverà certo dai partiti più euroscettici. (continua dopo la foto)
Ieri la Presidente Ue lo ha detto con chiarezza. “Credo fermamente nell’Europa, per me è casa”. E poi ha elencato quelli che a suo parere sono “ostacoli alla democrazia in Europa. Cioè “Putin e i suoi amici, dall’estrema destra tedesca alla Le Pen, a Wilders o altre forze setreme che vogliono distruggere l’Europa”. Detta così sembra che Le Pen e soci vogliano bombardare Bruxelles insieme al leader sovietico. Un po’ di drammatizzazione fa sempre comodo prima di un’elezione difficile. Perciò Von der Leyen punta a isolare le forze più estreme e a dialogare con i conservatori, o almeno con una parte di essi, per ottenere il loro via libera. A cominciare da Giorgia Meloni. Mentre Tajani e Forza Italia le hanno già confermato ufficialmente il proprio appoggio. (continua dopo la foto)
Von der Leyen, dunque, per la poltrona è disposta innanzitutto a sacrificare le posizioni più ideologiche sul Green Deal. Facilitata in questo dalle dimissioni del commissario Timmermans, che potremmo definire un “estremista green”. Così ora propone una sorta di “terza via” all’ambientalismo, sicuramente meno drastica. Strizza l’occhio al settore automotive, altro punto caldissimo in agenda. Si rede conto che l’applicazione del piano-Timmermans farebbe perdere, solo in Italia, 70.000 posti di lavoro nell’immediato. Con il rischio di gravi tensioni sociali in tutto il Continente. Meglio scegliersi un nuovo nemico, il solito Putin. E puntare sull’esercito europeo e sul rilancio dell’industria bellica. Da finanziare con Eurobond. Perché sì, quando si tratta di assecondare i piani delle èlite, i soldi tornano a essere una cosa che si può stampare senza problemi. Mentre ai popoli viene imposta l’austerity.
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