Nel Pd evidentemente le condanne continuano a fare curriculum. L’ingegnere Salvatore De Felice, infatti, è stato condannato a 17 anni di carcere per inquinamento ambientale nel processo “Ambiente svenduto”, il procedimento giudiziario relativo allo sversamento di veleni nell’area dell’ex Ilva di Taranto. In un Paese normale succederebbe altro, da noi invece il Pd ha deciso ugualmente di candidarlo come capolista alle prossime elezioni amministrative di San Giorgio Ionico, paese alle porte di Taranto. (Continua a leggere dopo la foto)

Il bello è che il Pd è lo stesso partito che ci tiene in emergenza sanitaria da un anno e mezzo, dicendo che è “per il nostro bene”. Come riporta Il Fatto Quotidiano, la Corte d’Assise di Taranto, lo scorso 31 maggio, ha giudicato colpevoli gli ex proprietari, i vertici dell’acciaieria, politici e uomini delle istituzioni. De Felice, ingegnere e dirigente Ilva all’epoca dei fatti, nel piccolo comune pugliese è già stato consigliere del Pd, partito di cui ha ricoperto anche la carica di segretario locale. (Continua a leggere dopo la foto)

Per la magistratura tarantina, i vertici dell’Ilva avrebbero operato “con continuità e piena consapevolezza una massiva attività di sversamento nell’ambiente di sostanze nocive per la salute umana, animale e vegetale, diffondendo tali sostanze nelle aree interne allo stabilimento nonché rurali e urbane circostanti”. De Felice, dunque, per il Pd può concorrere tranquillamente alle elezioni.
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