Un dramma che ha commosso l’Italia, quello del popolo dell’Emilia-Romagna. Costretto a fare i conti con una terribile alluvione che ha messo in ginocchio, per giorni, intere città. E purtroppo, come spesso accade nel nostro Paese, anche con i danni provocati da chi, una volta terminata l’emergenza, ha pensato bene di lanciare ulteriori allarmi. Parliamo delle virostar, i protagonisti indiscussi della stagione del Covid ancora oggi tirati in ballo a ogni occasione utile. La loro attenzione si è concentrata, in queste ore, sul rischio di una nuova emergenza sanitaria legata alle acque stagnanti, possibile fonte di infezioni e malattie. Il risultato? Purtroppo, quello più prevedibile: tanti turisti, già preoccupati per quanto accaduto, hanno iniziato a disdire le prenotazioni effettuate per i prossimi mesi. Mettendo così ancor più in difficoltà una Regione impegnata in una dura conta dei danni. (Continua a leggere dopo la foto)
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Patrizio Rinaldis, presidente di Federalberghi Rimini, ha spiegato alle pagine della Verità: “Il turismo incide per il 15% sull’economia della Romagna, il 70% a Rimini e provincia. Le disdette sono circa il 20% per le prime due settimane di giugno, di cui il 18% di tedeschi. Le perdite potrebbero arrivare fino a 6-7.000 euro per 14 giorni. Ci mancava soltanto l’allarme lanciato da Bassetti su una nuova emergenza sanitaria”. (Continua a leggere dopo la foto)
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“Ma come si fa a dire che tutta l’acqua in Romagna, in questo momento, è potenzialmente infetta? – si è chiesto Rinaldis – Per non parlare poi di una fantomatica campagna di vaccinazione contro il tetano e del ritorno delle mascherine per prevenire le infezioni. Ci possono essere problemi lì dove l’acqua è ancora alta e stagnante, ma non si può estendere l’allarme a tutta la Regione, spaventando le persone”. (Continua a leggere dopo la foto)
“Anche clienti storici – ha concluso Rinaldis – ci hanno chiamato per chiedere se davvero era diventato obbligatorio fare il vaccino, se c’era un vero pericolo di contagio. Un allarme che abbiamo dovuto fronteggiare con una capillare operazione di chiarimento. I più preoccupati sono gli stanieri, anche perché i media fuori dai confini parlano di emergenza in Emilia-Romagna senza fare distinzione tra zona e zona”.
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