Ogni scenario è aperto, ogni strategia valida purché porti all’ambita meta finale, la creazione di un nuovo esecutivo (Conte o non Conte, poco importa) che permetta a Pd e Cinque Stelle di blindare le poltrone e portare a termine la legislatura. Con il ritorno di Matteo Renzi, se necessario. Il supporto dell’Udc. I puntelli in arrivo da Forza Italia. E con un nome che continua a circolare da mesi, gettonatissimi da tutte le forze politiche ormai asservite totalmente all’Europa: Mario Draghi, il totem di Bruxelles al quale guardano ormai per loro stessa ammissione anche i sovranisti del centrodestra.
Un fantasma che aleggia ormai da tempo sulla testa dei nostri politici, quello dell’ex presidente della Bce. Soluzione perfetta per dar vita a un governo dalla trazione ancora più marcatamente europeista, in attesa che la Troika ci dia il permesso di gestire le briciole del Recovery Fund. E auspicata in queste ore da Matteo Renzi, che in queste ore concitate continua a tessere trame ardite per accontentare dem e grillini e superare, allo stesso tempo, la figura di Giuseppe Conte. Nel quartier generale di Italia Viva, una delle ipotesi che continua a circolare è così quella di Paolo Gentiloni premier, Conte commissario europeo e Mario Draghi nei panni di nuovo ministro dell’Economia.
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Un passaggio che sarebbe tra l’altro il trampolino per un ulteriore balzo di Draghi nei prossimi anni, quello verso il Quirinale, esattamente come successo a Carlo Azeglio Ciampi. A rivelare le intenzioni di Renzi è Repubblica, che scrive di un Rottamatore col dito puntato contro Conte in pubblico ma molto più morbido lontano dalle telecamere. La porta al premier dimissionario non è chiusa, e anzi la promessa di un incarico prestigioso permette di portare avanti le trattative con l’Avvocato del Popolo.
Conte, da par suo, si sbraccia ora dopo ora per far notare a tutti come sia lui, ancora, l’unica soluzione possibile, il punto di equilibrio per dar vita a una nuova allenza, più solida. La caccia ai “costruttori” continua, nella speranza di fare a meno di Renzi. Ma alla fine l’intesa tra le parti potrebbe arrivare proprio grazie a Mario Draghi, il nome perfetto per ogni stagione. In fondo, contenta la Troika contenti tutti. Per pensare agli italiani abbandonati in piena crisi economica, c’è sempre tempo.
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