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“Trovato il vero covo”. Messina Denaro aveva un bunker segreto: “Ingresso dietro un armadio”

Pubblicato il 18/01/2023 19:14

La Guardia di Finanza ha trovato un nuovo covo, forse il vero covo, di Matteo Messina Denaro, con tanto di bunker nascosto dietro un armadio con fondo scorrevole. L’auspicio di tutti è che possa celare i segreti e i documenti scottanti del boss che si nascondeva a soli 7 chilometri dalla “sua” Castelvetrano. Frattanto, si allargano le indagini, sino ad arrivare a un noto medico trapanese, l’oncologo Filippo Zerilli. Ma cominciamo col parlare del bunker scoperto in un appartamento al pianterreno sempre a Campobello di Mazara, stavolta in via via Maggiore Toselli, due minuti a piedi dalla casa di “Andrea Bonafede”. La segnalazione è partita dal Gico (Gruppi d’Investigazione sulla Criminalità Organizzata, l’élite delle Fiamme gialle) di Palermo. Alla nuova perquisizione ha sovrinteso il procuratore aggiunto Paolo Guido, che assieme al colonnello dei carabinieri Lucio Arcidiacono ha diretto l’arresto di lunedì. Sarebbero stati sequestrati alcuni oggetti, e anche i soldi che gli hanno consentito la latitanza dorata. Sono già al lavoro i carabinieri del Ris, alla ricerca di tracce biologiche, e pare che la stanza bunker cui si accedeva dall’armadio fosse stata vissuta di recente. Questa seconda abitazione riconduce a Errico Risalvato, un uomo indagato e poi assolto, nel 2001, dall’accusa di associazione mafiosa, ma a sua volta fratello di Giovanni Risalvato, che ha scontato ben 14 anni di carcere, naturalmente per associazione mafiosa. Ma la caccia ai covi non si ferma, così come si spera che ciò che è stato rinvenuto a casa di “Bonafede” in via Marsala 54 conduca a qualcosa di utile per le indagini, specie attraverso le analisi sui due telefonini che vi sono stati rinvenuti e l’esame di un’agenda che era a casa, con tanti numeri e nomi. (Continua a leggere dopo la foto)
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covo Messina Denaro bunker

Ora, il focus sulle indagini: l’oncologo Filippo Zerilli è indagato come favoreggiatore della latitanza di Messina Denaro, poiché avrebbe eseguito lui l’esame del Dna necessario alle cure chemioterapiche per curare il tumore al colon. Lo studio del medico è stato perquisito dai carabinieri, che devono accertare se Zerilli fosse a conoscenza delle generalità del paziente. I carabinieri hanno altresì perquisito l’intero reparto di Oncologia dell’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani, di cui Filippo Zerilli è addirittura il primario, alla ricerca del primo esame istologico effettuato da Matteo Messina Denaro. Frattanto, il presidente dell’Ordine dei medici di Trapani, Vito Barraco, ha dichiarato: “Farò partire le convocazioni per i medici che risulterebbero coinvolti nell’inchiesta e da qui a dieci giorni sarò io stesso ad ascoltarli, così come previsto dal nostro regolamento nazionale”, particolare, questo, che leggiamo sul Giornale di Sicilia. (Continua a leggere dopo la foto)

Il nome di Filippo Zerilli si aggiunge, così, a quello dell’altro dottore, Alfonso Tumbarello, medico di base di Campobello di Mazara, che aveva in cura il boss. Tumbarello, iscritto alla Massoneria, è stato espulso ieri dal Grande Oriente d’Italia, per volontà del Gran Maestro, Stefano Bisi. “L’inchiesta è appena all’inizio“, è il mantra ripetuto in queste ore e in questi giorni da Maurizio De Lucia, Procuratore capo di Palermo.

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