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“Così non possiamo più vivere”: l’Italia paralizzata dalle proteste dei camionisti contro il caro-carburante

Pubblicato il 24/02/2022 11:39

File e file di camion incolonnati, immobili, in protesta. Una scena che in queste ore si è ripetuta in tante Regioni d’Italia, con il traffico paralizzato dagli autotrasportatori scesi in strada per dire basta al caro-carburante e chiedere l’intervento di uno Stato fin qui totalmente assente. Tir, furgoni, persino trattori, a conferma di una rabbia che ha visto unirsi ai manifestanti anche altre categorie di lavoratori. E che continua a crescere, ora dopo ora.

Tra le arterie rimaste paralizzate a causa della protesta c’è l’A30 Caserta-Salerno, dove sono stati organizzati “blocchi mobili” da parte dei camionisti, così come a Napoli Nord e lungo il tratto casertano dell’A1. Scene simili a Ravenna, dove la protesta ha bloccato il transito verso la zona industriale e portuale, mentre in città la circolazione andava in tilt, così come in Sicilia, a Palermo e Caltanissetta. In Calabria, gli autotrasportatori hanno organizzato sit-in nei pressi degli svincoli dell’A2 di Gioia Tauro e di Rosarno.

A far scattare la protesta è stato il boom dei prezzi del gasolio per l’autotrazione. Un incemento di costi legati all’energia che ha interessato non solo le bollette di luce e gas, sempre più care per le famiglie italiane, ma anche il diesel, che un anno fa alla pompa aveva un prezzo di 1,35 al litro e oggi è salito fino a 1,867. “Per fare 1.000 litri di gasolio ci vogliono 1.600 euro – ha raccontato ai microfoni del Corriere della Sera un manifestante a Catania – soltanto per andare a Milano ci vogliono 950 euro. Con questi prezzi non possiamo lavorare”.

Una rabbia che ha visto tanti utenti italiani esprimere massima solidarietà in rete con gli autotrasportatori, domandandosi che fine abbia fatto lo Stato. In molti chiedono che i famigerati soldi del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resistenza, vengano utilizzati per dare aiuti concreti alla gente che non riesce ad arrivare a fine mese, schiacciata tra i rincari delle bollette e l’aumento del carburante. Con la guerra in Ucraina che rischia di aggravare ancora di più la situazione.

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