Nell’era del Grande Fratello, del coronavirus e dell’irresponsabilità dei cittadini, succede anche che le autorità si trovano costrette a monitorare gli spostamenti dei cittadini sfruttando i nostri smartphone. Troppe persone ancora non rispettano le regole ed escono di casa mettendo a rischio la salute propria e degli altri. Così Asstel, l’associazione di rappresentanza delle compagnie telefoniche, manifesta la sua disponibilità a monitorare e a tracciare i contatti dei contagiati per contrastare la pandemia. Ma individua la necessità di identificare da parte del governo una cabina di regia e di un coordinamento per accelerare il confronto e l’operativita.
Scrive Il Corriere: “Il modello a cui ispirarsi però, per un confronto internazionale su larga scala, è la Corea del Sud. Dove i focolai di coronavirus sono partiti ai primi di febbraio e il Paese si è trovato in pochi giorni ad essere il secondo al mondo dopo la Cina per numero di infetti.Bene. I numeri di Seoul ci dicono che imponendo un analogo lockdown, una quarantena collettiva sin da subito, le autorità sono riuscite nell’intento di arrestare la curva epidemica in poco meno di un mese con un processo di tracciatura totale dei contatti usando un capillare sistema di geolocalizzazione della popolazione supportato dall’analisi efficace dei dati a disposizione delle compagnie telefoniche”.
In Corea il governo ha distribuito milioni di copie di un’app scaricabile su smartphone, chiamata ‘Corona 100m’, che sta consentendo alle persone di vedere in modo anonimo informazioni sul contagio in corso, quali data in cui a un paziente è stata confermata la malattia e i luoghi in cui il paziente è stato visitato. La persona che utilizza l’app può anche vedere quanto siano vicini ai pazienti con coronavirus”.
In Italia anche si sta studiando questo modello, intanto ci si avvale delle celle telefoniche per capire chi esce di casa: e in Lombardia, a ieri, ancora il 40 per cento delle persone ha compiuto spostamenti oltre i 300 metri, nonostante i divieti e gli appelli a non uscire di casa per limitare la diffusione del contagio da coronavirus. L’assessore al Welfare Giulio Gallera si è affrettato però a precisare: “C’è un’applicazione che le grandi compagnie telefoniche hanno messo a disposizione per vedere in maniera aggregata e totalmente anonima il flusso delle persone, come si sono mosse all’interno della regione o fuori. Nessuno controlla come il Grande Fratello”. Ma ci sono molti dubbi a riguardo. Che fine fanno poi tutti questi dati? Chi potrà sfruttarli dopo l’emergenza?
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