«Giorgia Meloni non ti permettere, assumiti le tue responsabilità». Così le ha risposto sui social, Giuseppe Conte; tutto perché la premier lo ha accusato in aula di aver firmato l’accordo in Europa per riformare il Mes e di non essere passato dal parlamento. Da qui la video ricostruzione dell’ex presidente del Consiglio oggi capo del Movimento 5 Stelle. Per farla breve, i fatti raccontati da Giuseppi sono i seguenti: a Bruxelles si riunisce l’Eurogruppo, di cui faceva parte l’allora ministro dell’Economia Roberto Gualtieri (che tra l’altro aveva già lavorato sul dossier prima di diventare ministro), per procedere con la riforma del Mes. Il 9 dicembre 2020 Conte va in aula per le comunicazioni appena prima del Consiglio europeo, e lì l’allora maggioranza – Cinquestelle, Pd, Renzi, Sinistra -dice al governo di «finalizzare l’accordo politico raggiunto sulla riforma del trattato del Mes».
Quindi – come già denunciai a quel tempo – il Movimento tradì il suo mandato elettorale, visto che il programma elettorale aveva messo nero su bianco la sua contrarietà al Mes e strumenti simili. Per questo infatti accettai la proposta di candidatura, proprio per il programma anti Ue: del resto erano stati i grillini a promuovere un referendum contro l’euro.
Quindi è vero, come ha detto la Meloni in aula, che l’allora ministro degli Esteri Di Maio, ancora in carica per gli affari correnti, diede mandato di firmare per il nostro Paese.
Manca la sola ratifica del Mes da parte dell’Italia ma la regola dell’unanimità non l’ha messa questo governo; è una regola europea. «Meloni ora tocca a te decidere – è la sfida di Conte – o voti no e sei conseguente con le tue promesse elettorali, oppure voti sì, così farai pienamente parte del club di Bruxelles». Lui ha fatto bingo perché non solo tradì il mandato elettorale di chi votò Cinquestelle nel 2018 per dire no al Mes, ma ammette pure di essere parte del “Club di Bruxelles”.
Sistemato Conte, arriviamo al resto. Sul Mes si sta creando una grande pressione perché proprio questa maggioranza composta (anche) da Fratelli d’Italia e Lega ratifichi il Mes, cioé lo metta nella cassetta degli attrezzi che in futuro chiunque potrebbe utilizzare; basta creare le condizioni di stress e, mani al collo, ti mettono nelle condizioni di doverlo utilizzare. Il Mes è diventata la sineddoche dell’Europa, la parte che rappresenta il tutto. Prova ne è il (goffo) tentativo di Federico Fubini che l’altro giorno sul Corriere, nel tentativo di esemplificare il trattato, ha così scritto.
“Immaginate un condominio in cui ogni famiglia abbia contribuito, secondo le dimensioni dell’appartamento, a un fondo comune per eventuali necessità”. “Questo fondo, con la garanzia di tutti i condomini, può prendere prestiti all’esterno e a sua volta prestare a ciascuno dei condomini — a tassi privilegiati e scadenze anche molto lunghe — se si creano emergenze a cui una famiglia non riesce a far fronte da sé.” Ecco il Mes secondo Fubini. “Immaginate che il fondo condominiale possa fare credito a ciascuna famiglia per una lista ben precisa di necessità: l’allagamento del garage o la rottura della porta di casa. Il Mes oggi è già così”.
Però il Mes da ratificare è stato riformato. Quindi… “Ora immaginate che l’assemblea di condominio decida che non basta: bisogna allargare l’uso del fondo alla rottura delle finestre, se non bastasse un fondo separato che esiste già solo per quello”. Soltanto che non si può attivare perché quei cattivoni degli Italiani bloccano la copertura delle finestre rotte. L’esempio di Fubini mi ricorda il Porompompero di Cochi e Renato: “Mi ha fatto l’esempio e mia moglie è rimasta incinta”. Ecco, non siamo lontani dalla fregatura. Mi spiego.
Il famigerato “fondo condominiale” di Fubini nel resto del mondo che gira meglio della sgangherata Unione Europea si chiama Banca centrale. Nell’Eurozona se si allaga il garage invece di utilizzare la Bce (che sta alle banche centrali come il placato oro sta all’oro) si dà mandato a una banca di indebitarsi sul mercato per poi prestare ai singoli condomini facendogli non solo ipotecare la casa (la minaccia di ristrutturazione del debito, che è il motivo per cui i tassi sono così “agevolati”) e consentendo alla banca di decidere cosa i condomini debbano consumare o meno per poter essere ritenuti solvibili e affidabili. Tra le altre cose il fondo è talmente friendly che il suo personale ha l’immunità e gode di regole che si danno ai diplomatici. Non è un po’ strano?
“Ogni Paese sa che, in caso di tempesta sul debito, c’è il Mes”, dice ancora Fubini. Ribadiamo: nel resto del mondo ogni Paese sa che, in caso di tempesta sul debito, c’è la banca centrale. Da noi invece alla Bce è stato concesso in caso di tempesta sul debito di “esserci” solo temporaneamente e per un ammontare di debito limitato; così abbiamo deciso di ricorrere alla banca esterna che fa prestiti a condizioni capestro e come creditore privilegiato in tutti gli altri casi, ovvero sempre.
Cari condomini, c’è ancora una cosa che non vi dicono ma che c’è. Il fondo del condominio in questione in caso di “grossi problemi” chiederà ai cittadini di partecipare coi propri risparmi alla copertura del “grosso problema”. Si chiama bail-in e se volete conoscerne la pericolosità chiedete ai risparmiatori truffati dalle banche.