Oggi l’Italia ha festeggiato l’ultimo varo del nuovo ponte di Genova, ricostruito sulle macerie del ponte Morandi. È dunque una giornata importante, storica. Che però mette in ombra, ancora una volta, i reali responsabili di quanto accaduto nella tragedia che ha causato la morte di 43 persone. I Benetton. La forza con cui si urlava la revoca delle concessioni sembra essersi affievolita. E oggi, in questa giornata così importante, e proprio da Genova, arrivano le parole (o meglio, le non parole) della ministra Paola De Michali a farci capire che non se ne farà nulla. La trattativa tra Benetton e governo procede bene, e nessuno toccherà quelle concessioni. Luca Ubaldeschi ha intervistato per La Stampa la ministra dei Trasporti e delle Infrastrutture e ha anche provato a chiedere qualcosa su questo argomento, ricevendo risposte vaghe e sibilline.
Salvo imprevisti, fra tre mesi il nuovo ponte di Genova sarà inaugurato. E ci si chiede: chi lo gestirà? Autostrade per l’Italia che ne era responsabile al momento del crollo? La De Micheli risponde: “Io ho completato il lavoro mio personale e del ministero sulla vicenda Aspi. Dobbiamo trovare il tempo di un confronto per una valutazione collegiale, ma il governo deciderà molto prima di tre mesi”. Ma in tutto questo, la procedura di revoca debba andare avanti come richiesto da larga fetta della politica e dalla totalità dei cittadini? “Mi sono fatta un’idea precisa già da un bel po’, ma per correttezza istituzionale non posso anticiparla”, glissa.
Chiede Ubaldeschi: “Ma la discussione avviata tra il suo ministero e Autostrade, con l’ipotesi di un indennizzo miliardario, riduzione di tariffe e opere straordinarie, può essere un’alternativa alla revoca della concessione?”. La De Micheli risponde: “Ne devo prima parlare con il presidente Conte”, altro tentativo di fuga. Mentre i familiari delle 43 vittime aspettano ancora una risposta. A loro cosa dice la ministra, cosa dice il governo? “Che noi saremo rigorosi nella valutazione della vicenda Autostrade, che è altra cosa rispetto all’inchiesta”.
Poi chiude: “Io non faccio il magistrato. È ai magistrati, che hanno la nostra fiducia e certo anche quella dei familiari, che spetta accertare la verità, mentre spesso c’è chi confonde i piani. Il mio mestiere è costruire condizioni per garantire la sicurezza delle infrastrutture”. Intanto, come è ormai trapelato, è chiaro le concessioni resteranno ai Benetton, e il segnale più grande arriva dai mercati, dove le quotazioni di Atlantia continuano a guadagnare, segno che gli investitori puntano (e se lo fanno è perché hanno delle buone ragioni alla base dell’investimento) su un accordo positivo tra Benetton e governo. Con buona pace delle 43 vittime e delle loro famiglie.
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