È stato già approvato il progetto definitivo di potenziamento ferroviario del terzo e quarto binario Rho-Parabiago, lungo la linea Rho-Gallarate, peraltro incluso nel PNRR come “Linea ad alta velocità” (indebitamente, come vedremo) eppure si tratta di “un’opera non necessaria e profondamente dannosa per il territorio”, denunciano i cittadini riunitisi nel Comitato Rho-Parabiago. E lo denunciano, addirittura, sin dal 2009, quando il progetto venne avanzato per la prima volta. L’ordinanza numero 11 del 28 giugno scorso, firmata dal commissario straordinario di RFI (Rete Ferroviaria Italiana) Vera Fiorani, non tiene nella minima considerazione le istanze che da anni i cittadini stanno sollevando, lamentando il silenzio generale della politica e della informazione. Svariate le criticità riportate, anzitutto di carattere ambientale, anche se sono molteplici le problematiche riassunte nella nota dei cittadini: dapprima, infatti, le autorità deputate a dare il loro parere, e persino la stessa RFI, avevano dichiarato, formalmente, che quattro binari erano “infattibili”, considerando il contesto fortemente urbanizzato, dunque sottolineando l’insostenibile impatto ambientale e sui residenti dell’area. (Continua a leggere dopo la foto)
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L’impatto ambientale (e quello economico)
“Poi, inspiegabilmente, hanno approvato lo stesso progetto senza che il contesto ambientale sia cambiato”, ancora nelle parole del comunicato del Comitato Rho-Parabiago. La cosa più grave è che il progetto di potenziamento era stato annullato nel 2012 dalla giustizia amministrativa, “con una sentenza passata sotto silenzio”, denuncia ancora i rsidenti. E Come detto, vi sono anche altri aspetti fortemente critici in questa vicenda, non solo l’impatto ambientale e la sentenza del Tar: il progetto è lievitato da un importo previsto di 402 milioni di euro, stimato nel 2013, a ben 643 milioni. Per soli 9 chilometri. Suona, pertanto, come una beffa – oltre al danno – il fatto che la tratta sia inclusa nel PNRR tra i corridoi europei e le linee ad alta velocità, semplicemente perché “il progetto non prevede il passaggio di treni alta velocità”, denuncia il comitato. Sussiste – anche – un evidente conflitto di interessi, essendo stati affidati i poteri di approvazione ed esecuzione dell’opera alla stessa Rete Ferroviaria Italiana, proponente del progetto. Insostenibile tanto a livello ambientale, nonostante la sostenibilità venga rivendicata come una sorta di dogma nello stesso PNRR, quanto a livello economico, dunque. Già il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici aveva giudicato eccessivo il costo iniziale di 402 milioni, poi lievitato di altri 241milioni, come detto. (Continua a leggere dopo la foto)
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Un progetto “illegittimo”
E, per realizzarlo, sono stati realizzati 354 espropri, approntate 31 aree di cantiere, sono stati distrutti 700mila metri quadri di aree verdi, l’equivalente di ben cento campi di calcio. E, torniamo a chiederci, la famosa “sostenibilità ambientale”? Il tutto per soli 9 chilometri di tratta, il cui potenziamento, evidentemente, gli stessi residenti giudicano assolutamente non necessario, non includendo alcuno snodo di importanza “strategica”. I problemi della linea, quelli veri, sono sintetizzati dagli stessi cittadini riuniti nel Comitato Rho-Parabiago: frequenti guasti e mancanza di carrozze, assenza di manutenzione, pessima gestione del servizio”. Per concludere, usiamo le medesime osservazioni riportate dal comitato: “Crediamo che sia interesse di tutti gli italiani sapere che 643 milioni di euro vengono utilizzati per un progetto gravato da illegittimità, insostenibilità ambientale e gravi lacune e omissioni da parte delle autorità”.
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