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Ci vogliono rinchiudere come in Cina. Il pauroso piano di Remuzzi: “Accadrà fra gennaio e marzo”

Pubblicato il 30/12/2022 10:38 - Aggiornato il 30/12/2022 12:36

Si fa sempre più lunga la lista degli “esperti” che sono tornati a cantare e a conquistare le prime pagine dei giornaloni di Sistema e dei media a senso unico per riproporre allarmismi, chiusure, restrizioni e tutto quel brutto vocabolario che abbiamo imparato a conoscere all’epoca del Conte 1. Sull’onda delle notizie (tutte da verificare) provenienti dalla Cina, è un rifiorire dei fan della sospensione della democrazia. Orfani di lockdown e Green pass, eccoli tornare all’attacco alla prima occasione buona. Gli era andata male con il vaiolo delle scimmie, ci avevano riprovato con l’influenza stagionale, ora cavalcano l’onda del nuovo picco cinese. Dopo Burioni su Repubblica e Ricciardi su La Stampa, ecco anche Remuzzi, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri e ordinario di Nefrologia all’Università degli Studi di Milano, sul Corriere della Sera. E cosa dice? (Continua a leggere dopo la foto)

Afferma Remuzzi: “Quello che sta accadendo in Cina, con un milione di nuove infezioni al giorno, che secondo le stime potrebbero aumentare fino a 3-4 milioni tra gennaio e marzo, è dovuto alla sconsiderata strategia ‘zero Covid’: si è puntato tutto sull’isolamento, la campagna vaccinale ha rallentato in modo significativo e il virus ha circolato poco. Dal ‘tutto chiuso’ si è passati improvvisamente al ‘tutto aperto’: in questo modo il virus ha terreno libero perché incontra una popolazione poco immunizzata. È un errore inammissibile a quasi tre anni dall’inizio della pandemia”. (Continua a leggere dopo la foto)

In sostanza, dunque, secondo Remuzzi ricorrere alle restrizioni per poi allentarle sarebbe stato un errore. Una volta intrapresa la strada dei lockdown e delle limitazioni alle libertà personali, insomma, non si sarebbe dovuto fare marcia indietro in maniera tanto repentina. E pazienza se, nel frattempo, i cittadini scendevano in strada per chiedere il ritorno alla vita di sempre, consapevoli del fatto che i sacrifici loro richiesti dal governo non avevano portato i risultati sperati. In chiusura dell’intervista, l’esperto ha anche insistito sulla quarta dose, “estremamente urgente per gli over 60”. Ignorando le posizioni contrarie assunte da tanti colleghi negli ultimi mesi.

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