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Castellucci, il manager-ombra: “Prima si parla con me, poi con Patuanelli”

Pubblicato il 23/12/2020 10:58 - Aggiornato il 23/12/2020 11:00

Un dirigente finito sotto accusa per la tragedia del Ponte Morandi di Genova, quella che aveva visto i Cinque Stelle schizzare dalle sedie per dichiarare guerra ai Benetton promettendo revoche e dure sanzioni. E invece finito, nel giro di poco, a lavorare addirittura con il ministero dello Sviluppo Economico nella trattativa per risolvere il nodo Alitalia. Una parabola a dir poco incredibile, quella di Giovanni Castellucci. Descritto dai giudici del Tribunale del Riesame di Genova come “un uomo senza scrupoli, che subito dopo il dramma del Morandi continuava a provare a scalare le società del gruppo o riciclarsi”. E che era arrivato poi a proporsi come uomo della provvidenza agli occhi di Stefano Patuanelli.

Castellucci, il manager-ombra del governo: "Prima si parla con me, poi con Patuanelli"

La Verità ha pubblicato stralci di una conversazione tra Castellucci e Joerg Eberhart, amministratore delegato di Air Dolomiti (controllata da Lufthansa), avvenuta pochi giorni dopo l’addio del manager italiano ad Atlantia. Castellucci, senza perdere tempo, si era subito proposto come possibile presidente “con deleghe” della nuova Alitalia nel caso la compagnia tedesca fosse entrata nella cordata e ragionava con Eberhart di un incontro a Roma per parlare di persona. Nei giorni successivi, si vantava sempre al telefono di come stava proseguendo la trattativa, lontano dai riflettori: “Sfortunatamente sono io che ho convinto il governo sul fatto che Lufthansa è la migliore e quando l’ho convinto l’accordo era che Lufthansa doveva investire… Poi sono uscito”.

Castellucci, il manager-ombra del governo: "Prima si parla con me, poi con Patuanelli"

A Bernard Spitz, amministratore indipendente della compagnia e presidente del Polo Internazionale ed Europeo di Medef (l’organizzazione francese degli imprenditori), Castellucci chiariva senza troppi giri di parole che per parlare della trattativa con Lufthansa “prima ci sono io, poi il ministro”. Dove “il ministro” è Stefano Patuanelli, titolare dello Sviluppo Economico. Lo stesso che, davanti alle telecamere, lanciava feroci bordate contro Atlantia dei Benetton e che poi, con estrema discrezione, vedeva quindi quel Castellucci messo alla porta dal Aspi dopo il crollo del Ponte Morandi.

Nelle telefonate, Castellucci azzarda strategie negoziali e industriali, illustrando poi nel dettaglio il piano per la nuova Alitalia al direttore commerciale di Air France-Klm Angus Clark. Un racconto in cui sottolinea come si occupi del caso “dal 2008”, di essere stato convocato dall’ex premier Enrico Letta “per chiedermi di aiutarlo a trovare un’alternativa alla bancarotta”. E spiega di come il governo giallorosso sia stato “molto colpito dalla qualità dell’offerta commerciale di Lufthansa”, arrivando però a suggerire a Patuanelli di aspettare “una cifra più alta, questa è ancora troppo bassa”. Un uomo, insomma, dall’influenza enorme. Su un esecutivo che, stando ai proclami Cinque Stelle, doveva essergli teoricamente nemico.

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