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Cartelle esattoriali e multe, la decisione finale del governo: cosa cambia

Pubblicato il 24/12/2022 08:35

Dopo un lungo tira e molla all’interno della maggioranza, il governo Meloni ha trovato la quadra sulla manovra, approvata alla Camera con 221 voti favorevoli. Tra le tante misure che a breve saranno convertite in legge, uno dei punti più discussi era sicuramente quello della cosiddetta tregua fiscale, un passaggio che l’esecutivo aveva annunciato e difeso nelle scorse settimane per “riequilibrare il rapporto fisco-contribuente”. Allo stesso tempo, il viceministro all’Economia Maurizio Leo aveva sottolineato come, in ogni caso, non ci sarebbero stati condoni. Qual è stata la soluzione adottata alla fine dal governo? La strada seguita è stata quella di una “definizione agevolata”, ovvero una parziale rottamazione delle cartelle e delle multe stradali limitata però a interessi e aggio, oltre alle sanzioni diverse da quelle causate da violazioni tributarie o violazione degli obblighi relativi ai contributi e ai premi dovuti agli enti previdenziali. (Continua a leggere dopo la foto)

In sostanza, l’imposta andrà comunque pagata. Saranno rottamati anche i debiti risultanti dai singoli carichi affidati agli agenti della riscossione dall’1 gennaio 2000 al 30 giugno 2022. Per quanto riguarda le multe stradali, invece, toccherà ai singoli Comuni decidere se cancellare o meno l’imposta, con un provvedimento che andrà eventualmente emanato entro il 31 dicembre 2023. (Continua a leggere dopo la foto)

Per poter accedere alla definizione agevolata, il contribuente dovrà fare domanda all’Agenzia di riscossione entro il 30 aprile 2023. A quel punto potrà scegliere tra il pagamento in un’unica soluzione entro il 1 luglio 2023 o la rateizzazione, fino a un massimo di 18 rate. Stralcio automatico, invece, per le cartelle sotto i mille euro comprese nel periodo tra 1 gennaio 2000 e 31 dicembre 2015. (Continua a leggere dopo la foto)

Una novità è stata annunciata anche sul fronte Flat Tax: il regime forfettario al 15% per autonomi e partite Iva aumenterà infatti da 65 a 85mila euro la soglia dei ricavi o compensi per avere diritto all’agevolazione. Al di sopra di tale soglia, è prevista una flat tax incrementale del 15% sulla differenza tra l’incremento e il reddito più alto dell’ultimo triennio.

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