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Caro carburante, i prezzi non tornano. Ecco cosa si nasconde dietro gli assurdi rincari di questi giorni

Pubblicato il 09/03/2022 17:21

Il prezzo della benzina tocca un nuovo record in Italia e arriva a 2,3 euro al litro nel self-service. I cartelli affissi in molti distributori lasciano sgomenti automobilisti ed autotrasportatori, innescando la paura di una crisi in molti speravano di non dover affrontare dopo due anni di pandemia. L’esodo dei transfrontalieri verso le pompe oltre confine diventa una realtà.
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Il prezzo medio nazionale dei carburanti

In forte rialzo le quotazioni dei prodotti petroliferi del Mediterraneo. Si tratta della settima consecutiva. Le compagnie si sono adeguate, effettuando oggi un nuovo giro di rialzi sui prezzi raccomandati. Assieme alla benzina crescono anche metano e diesel, che raggiunge picchi superiori a 2 euro al litro anche in modalità self service. Proprio quest’ultimo ha fatto registrare i maggiori aumenti.
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La situazione oltre confine

Nel fine settimane si sono formate lunghe code di auto verso le frontiere. Una dimostrazione lampante della situazione arriva dal Friuli Venezia Giulia: «Il divario con la vicina Slovenia aumenta, giorno dopo giorno» lamenta Manuel Rizzi, gestore di un impianto di carburante in provincia di Gorizia ed ex rappresentante FAIB Confesercenti FVG. «Ora si parla di aumenti giornalieri di circa 0,050 centesimi di euro al litro. Qualcuno direbbe che esiste la tessera regionale che compensa queste differenze, ma tale affermazione è totalmente sbagliata. Sono mesi se non anni che diciamo alla Regione di modificare la legge che in determinate situazioni come questa creano un divario altissimo». Il prezzo alla pompa in questi giorni nella vicina Slovenia si attesta a 1,5 euro al litro per la benzina, con un’evidente differenza rispetto al costo italiano.
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Il diesel supera la benzina

Il diesel oggi costa più della benzina. Il prezzo dei carburanti sale ma il gasolio schizza alle stelle. L’annuncio dell’embargo da parte di Stati Uniti e Regno Unito sui prodotti energetici provenienti dalla Russia ha spinto ulteriormente le quotazioni dei mercati petroliferi: Brent di nuovo a 130 dollari, quotazioni del gasolio fuori controllo, con un balzo pari a dieci centesimi al litro. Il Gasolio, in molti punti vendita, oggi costa più della benzina anche alla pompa, nonostante l’accisa più bassa (0,728 euro/litro la benzina, 0,617 il gasolio). Stando alla consueta rilevazione di Staffetta Quotidiana, questa mattina Eni ha aumentato di 14 (quattordici) centesimi al litro i prezzi della benzina e di 24 (ventiquattro) centesimi al litro quelli del gasolio. Per IP +15 cent/litro sulla benzina e +17 sul gasolio. Per Q8 +9 e +16 e Tamoil +7 e +13.
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La lista delle accise

Riportiamo l’elenco delle 19 accise sui carburanti in Italia introdotte nel corso degli anni. La somma ammonta a circa 0,41 euro (per litro), a cui si deve aggiungere l’imposta di fabbricazione sui carburanti, che porta il totale finale dell’accisa a 0,7284 euro/litro per la benzina e 0,6174 euro/litro per il diesel. L’elenco è puramente indicativo, dato che dal 1995 l’imposta sul carburante è definita in modo unitario e il gettito che ne deriva non finanzia le casse statali in specifiche attività ma nel loro complesso, con una sola aliquota che non distingue tra le diverse componenti. Ecco la lista delle 19 accise con le originarie motivazioni (da Wikipedia):

  • Guerra d’Etiopia del 1935-1936: 1,90 lire (0,000981 euro);
  • Crisi di Suez del 1956: 14 lire (0,00723 euro);
  • Ricostruzione dopo il disastro del Vajont del 1963: 10 lire (0,00516 euro);
  • Ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze del 1966: 10 lire (0,00516 euro);
  • Ricostruzione dopo il terremoto del Belice del 1968: 10 lire (0,00516 euro);
  • Ricostruzione dopo il terremoto del Friuli del 1976: 99 lire (0,0511 euro);
  • Ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980: 75 lire (0,0387 euro);
  • Missione ONU durante la guerra del Libano del 1982: 205 lire (0,106 euro);
  • Missione ONU durante la guerra in Bosnia del 1995: 22 lire (0,0114 euro);
  • Rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004: 0,02 euro;
  • Acquisto di autobus ecologici nel 2005: 0,005 euro;
  • Emergenza terremoto in Abruzzo del 2009: 0,0051 euro;
  • Finanziamento alla cultura nel 2011: da 0,0071 a 0,0055 euro;
  • Gestione immigrati dopo la crisi libica del 2011: 0,04 euro;
  • Emergenza alluvione Liguria e Toscana del novembre 2011: 0,0089 euro;
  • Decreto ‘Salva Italia’ del dicembre 2011: 0,082 euro (0,113 sul diesel);
  • Emergenza terremoti dell’Emilia del 2012: 0,024 euro;
  • Finanziamento del ‘Bonus gestori’ e riduzione tasse ai terremotati dell’Abruzzo: 0,005 euro;
  • Spese del ‘decreto Fare’ del 2014: 0,0024 euro.
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Le promesse non mantenute di Salvini

Era la prima promessa di Matteo Salvini. Lo ha ripetuto per tutta la scorsa campagna elettorale. E lo ha ribadito appena arrivato al governo nel 2018. Il suo obiettivo primario era tagliare le accise sulla benzina. Ha assicurato che l’avrebbe fatto nel primo Consiglio dei Ministri. Sarebbe stato il suo primo provvedimento da vicepresidente del Consiglio. E invece niente. Non c’è mai stata alcuna riduzione. E ora che l’esecutivo di cui faceva parte la Lega non esiste più siamo certi che la prima promessa elettorale del leader del Carroccio non è stata mantenuta e non verrà mantenuta. Una voce da aggiungere alla lunga lista di parole non mantenute dal Segretario.
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Le cause di una bolla pronta a scoppiare

Le responsabilità della politica sono oggi più che mai evidenti. Stiamo assistendo ad una vera e propria scalata dei prezzi del carburante, senza che il Governo si preoccupi minimamente di limitare o intervenire sul caro prezzi. L’ascesa è del tutto insostenibile e, di questo passo, tutto il tessuto economico-sociale italiano sarà destinato a collassare a causa dell’intollerabilità dei prezzi da parte di imprenditori, lavoratori e famiglie. Le cause sono molteplici, dalla tassazione, ai vari blocchi degli autotrasportatori, fino ad arrivare al conflitto Russia-Ucraina che ha fatto schizzare il prezzo del petrolio alle stelle. I rincari sono generalizzati in tutta Europa ma, come al solito, in Italia la situazione è particolarmente grave; analizzando infatti il costo per un litro di carburante unitamente al potere d’acquisto dei cittadini, appare evidente come il Belpaese sia tra i più inflazionati del mondo.

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