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Le tasse triplicheranno. Ecco cosa si nasconde dietro “l’innocua” riforma del catasto

Pubblicato il 08/03/2022 16:50

Quello che arriva dagli esperti di settore è un vero e proprio allarme rosso. La riforma del catasto triplicherà il carico fiscale sugli immobili e costituirà la leva per aggredire la prima casa, finora risparmiata dalla morsa dell’IMU.
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Più dannosa che utile?

La riforma del catasto che sta incendiando gli animi in tutto il Paese. Sono molti gli esperti che si stanno pronunciando in merito alla pericolosità di un simile provvedimento, specialmente considerando il momento storico in cui stiamo vivendo. Non c’è bisogno di una nuova mappatura per comprendere che le tasse sarebbero più alte per tutti. I valori di mercato, infatti, sono sensibilmente più alti dei valori catastali, questo è solare. Milioni di fabbricati in 8 mila comuni italiani, con altrettante aliquote diversificate, la riforma di queste ultime a fronte di un incremento della base imponibile sarebbe un delirio. Bisogna, altresì, tener di conto lo stretto legame del settore immobiliare col PIL italiano. Circa un terzo della crescita del 2021, infatti, è legata all’edilizia ed al suo indotto.
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Quali sarebbero i risvolti

Se alle prossime elezioni vincessero ancora i partiti che hanno votato questa riforma (PD, Italia Viva, M5S e Leu) sarebbe plausibile addirittura un anticipo delle tempistiche. Verosimilmente ci sarebbero famiglie che si troverebbero a pagare IMU pressoché uguali alle rate del mutuo; giovani costretti a pagare Iva e imposte talmente alte da impedire l’acquisto stesso degli immobili; ricalcoli sull’ISEE che toglierebbero a tante famiglie la possibilità di accedere agli aiuti su scuola e servizi. I risvolti dell’abbandonando di un dato certo – la rendita catastale – per un dato incerto – il valore di mercato – sarebbero catastrofici.
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Ci sono altri metodi per la regolarizzazione

La lotta all’abusivismo in primis. Abbiamo tantissimi mezzi per poter venire a capo delle irregolarità, non si deve necessariamente ricorrere ad uno strumento come la riforma del catasto. I Comuni hanno già la possibilità, in base alle attuali norme di legge, di accatastare gli immobili non censiti (immobili abusivi e/o case fantasma). La tecnologica in questo caso potrebbe essere d’aiuto tramite, ad esempio, l’utilizzo di droni per scovare le strutture non dichiarate nei territori più ampi.
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Tasse e politica i due temi principali

Risulta evidente come questo genere di riforma assuma tutti i contorni di una vera e propria “patrimoniale”, un modo più veloce per fare cassa agendo sommariamente su tutta la popolazione. Ma non esiste solo l’aspetto finanziario. Sulla riforma del catasto si gioca, infatti, una vera e propria partita politica, come si evince dalle parole della sottosegretaria Maria Cecilia Guerra, la quale ha esordito in commissione Finanze dicendo che «sulla delega fiscale si deve partire dall’articolo 6» e che «la riforma del catasto è un presupposto essenziale per il proseguimento dell’attività di governo», formulando quindi una sorta di “out out” per tutti quei bravi signori in Parlamento che non hanno la benché minima intenzione di perdere il loro posto e, di conseguenza, la loro pensione.
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Non bisogna ripetere gli errori passati

Che l’edilizia sia il cuore pulsante dell’economia italiana è cosa nota. La grande crisi del 2008 ci ha insegnato che se si blocca il settore immobiliare, potenzialmente, si ferma l’intero Paese. In un’Italia legata a doppio filo col patrimonio edilizio, in un periodo come questo, andare a toccare anche questo nervo scoperto sembrerebbe più malafede che volontà di lavorare per sanare un intero comparto.

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