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Carità pelosa, ecco perché la Cina ci manda medici e mascherine

Pubblicato il 18/03/2020 10:31 - Aggiornato il 18/03/2020 14:56

Tanti nodi, quelli che si sono accompagnati in queste ore alla firma del Cara Italia, sorta di vera e propria finanziaria redatta in fretta e furia per far fronte all’emergenza coronavirus che ha messo in ginocchio l’Italia. Tecnici ed economici, innanzitutto. Ma anche politici, con il nostro Paese che potrebbe cambiare il suo ruolo nello scacchiere internazionale a seguito di una crisi dalle mille implicazioni, non solo umanitarie. E con conseguenze da non sottovalutare nei nostro rapporti con l’Oriente.

Carità pelosa, ecco perché la Cina ci manda medici e mascherine

Il ministro per l’innovazione Pisano ha infatti inserito nel provvedimento d’urgenza la riforma della pubblica amministrazione digitale, che dovrebbe favorire il lavoro agile. Norme che prevedono, tra l’altro la selezione dell’operatore che si occuperà delle forniture hi-tech attraverso una procedura negoziata con gara al massimo ribasso. Un passaggio inizialmente inserito nel mare magnum dei provvedimenti senza prestare troppo attenzione, ma che ha fatto successivamente drizzare le antenne di Conte e Gualtieri, costretti a fare i conti con uno scenario non certo irrilevante: cosa succederebbe se a vincere fosse un’azienda cinese?

Carità pelosa, ecco perché la Cina ci manda medici e mascherine

Il problema, con Pechino, è quello della trasparenza: affidare la gestione dei propri dati a delle società sulle quali il governo cinese esercita un controllo diretto o quasi porrebbe infatti più di un problema, spostando la traiettoria italiana in maniera netta dallo scenario atlantico verso la Via della Seta. Non a caso, a entrare in allarme sono stati subito anche gli americani, preoccupati da un simile scenario (la possibilità che a vincere sia un’azienda cinese è d’altronde alta). L’ultima versione del testo del Cara Italia, frutto di un lungo tira e molla, prevede che a gestire la gara sia un comitato tecnico da Palazzo Chigi. Ma la questione si lega ormai a doppio filo ad altre.

Carità pelosa, ecco perché la Cina ci manda medici e mascherine

In primis, gli aiuti arrivati dalla Cina in queste ore all’Italia in difficoltà, con tanto di invio di una squadra speciale di esperti. Un mano che oggi appare decisamente meno disinteressata, considerando che proprio in questi giorni c’è in gioco il futuro del 5G nel nostro Paese. Con le lobby che hanno subito iniziato a fare pressione, senza fermarsi nemmeno di fronte a un’emergenza nazionale. Ma con un ostacolo, quasi insormontabile, di fondo: Pechino ha dimostrato ancora una volta, nei provvedimenti adottati per contrastare il coronavirus sul proprio territorio, di non avere affatto la democrazia nel proprio dna. Affidargli il nostro sviluppo tecnologico comporterebbe più di qualche grattacapo.

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