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“Italia costretta a inviare soldati in Ucraina”: Caracciolo spiega perché presto la guerra ci coinvolgerà davvero

Pubblicato il 23/01/2023 14:08

Il conflitto tra Russia e Ucraina non è destinata a concludersi nel giro di pochi mesi. Anzi, si rischia di entrare in una nuova fase delle operazioni, che potrebbe finire per coinvolgere maggiormente i Paesi alleati di Kiev. A partire proprio dall’Italia. Questo lo scenario che ha tratteggiato in queste ore il direttore di Limes Lucio Caracciolo, che in un lungo articolo pubblicato sulle pagine de La Stampa ha rivelato quali potrebbero essere le prossime evoluzioni della guerra. Tratteggiando scenari non certo rassicuranti: “L’invio di armi all’Ucraina non basterà più e bisognerà considerare l’invio di nostre truppe“. Con il rischio, ovviamente, di una reazione violenta da parte del presidente russo Vladimir Putin, che ha da tempo alzato i toni nei confronti dell’Occidente. (Continua a leggere dopo la foto)
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Secondo Caracciolo, l’Italia potrebbe quindi trovarsi presto al centro del conflitto tra Russia e Ucraina. Quando le forniture di materiale bellico a Kiev non saranno più sufficienti, “ci scopriremo di fronte alla scelta che abbiamo finora evitato di considerare: fare davvero e direttamente la guerra alla Russia oppure lasciare che la Russia prevalga. Questo bivio ‘impossibile’ si sta avvicinando, a vantaggio di Mosca”. (Continua a leggere dopo la foto)

Caracciolo: “Italia costretta a inviare soldati in Ucraina”

“La consapevolezza dei costi umani, morali e geopolitici” di un’eventuale resa dell’Ucraina potrebbe infatti indurre i Paesi europei e gli Usa, secondo Caracciolo, a “congelare lo scontro per il tempo necessario a inventare una convivenza pacifica fra russi e ucraini. Altrimenti ci resterà la scelta fra una catastrofe e una vergogna. Peggio: una miscela delle due“. Possibile che a mettere la parola fine alla guerra sia alla fine la diplomazia? “No, il conflitto avrà una soluzione militare o non ne avrà”. (Continua a leggere dopo la foto)

Secondo Caracciolo, né Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky possono accettare la sconfitta, altrimenti “sarebbero finiti“: “La guerra è di taglia mondiale. Perché vi si scontrano sempre meno indirettamente Russia e America. E perché la Cina, partner insofferente e disilluso di Mosca, entra nell’equazione principale”. Gli unici a poter imporre uno stop sono gli Stati Uniti, ma al momento resta lo squilibrio di “una Russia più forte dell’Ucraina”, nonostante gli aiuti occidentali.

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