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“Ecco a cosa punta davvero Putin”. La rivelazione di Caracciolo, direttore di Limes

Pubblicato il 22/03/2022 10:09

La guerra in Ucraina continua ad andare avanti inesorabile e con tutte le sue contraddizioni. Intuire quali possano essere i prossimi scenari è sempre più difficile. I negoziati sotto traccia pare che stiano comunque andando avanti, così come le attività di spionaggio. A schiarire le idee un po’ a tutti ci ha pensato, nella puntata del 21 marzo di “Otto e mezzo”, programma serale di La7 condotto da Lilli Gruber, Lucio Caracciolo, direttore della rivista di geopolitica Limes e esperto nella materia. “Probabilmente – dice Caracciolo – nei suoi sogni più selvaggi Vladimir Putin poteva immaginare qualcosa del genere, come riprendere il controllo della sfera ex sovietica, ma nell’attualità di oggi escluderei che possa prendere il controllo dell’Ucraina”. (Continua a leggere dopo la foto)

“Ha già il controllo su una parte particolarmente sfortunata dell’Ucraina, che è il Donbass, oltre alla Crimea, ma oltre a congiungere questi due territori non penso possa andare dopo aver preso Mariupol. La battaglia di Mariupol sarà decisiva, con l’occupazione potrà vendere alla sua gente una vittoria tattica in Ucraina. Se non dovesse andare bene questa operazione e si sentisse costretto a rilanciare e a combattere la battaglia nelle grandi città, soprattutto Kiev, per lui sarebbe una sconfitta, probabilmente definitiva, anche sul fronte interno”. (Continua a leggere dopo la foto)

“Come fai – sottolinea Caracciolo – a giustificare una guerra del genere se non porti a casa qualcosa?”. La guerra va avanti in Ucraina, ma per Caracciolo non c’è rischio di un conflitto europeo allargato: “Escluderei la possibilità che invada altri paesi, almeno in questa fase. Ha speso gran parte del suo apparato militare, due terzi delle forze militari sono stati spesi in Ucraina con risultati modesti. Tutto dipenderà da che cosa vorranno fare gli americani”. (Continua a leggere dopo il video)

E proprio sugli Usa conclude Caracciolo: “Se decideranno che questa guerra continui e che lui si impantani per mesi ed anni in Ucraina oppure se c’è il rischio di un passaggio di livello della guerra, gli va bene fino a che non diventa una guerra mondiale, se resta una battaglia locale gli conviene. Armi chimiche o non convenzionali possono – chiude il ragionamento Caracciolo – far cambiare tutto”.

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