Anche il cioccolato italiano ora è a rischio, e con lui almeno 90 lavoratori tra operai e impiegati della storica azienda italiana Caffarel. Il motivo? Il solito che ormai il nostro Paese conosce molto bene: i comportamenti sleali – ma legali – della multinazionale svizzera Lindt & Sprungli. Come spiega Il Giornale, “Caffarel nasce circa due secoli fa e da sempre ha rappresentato un’eccellenza italiana nel mondo del cioccolato, in particolare, oltre che per la qualità, per i gianduiotti. Nel 1998, quando stava per imporsi anche nel mercato globale, è stata acquistata da Lindt & Sprungli, multinazionale svizzera”. (Continua a leggere dopo la foto)
La multinazionale, come spiega anche il Corriere, invece di investire e rilanciare la Caffarel, “si sta approfittando del fisco, ovviamente attraverso comportamenti legali ma di certo più opportunista che altro” e a rimetterci sono 90 operai e impiegati a Luserna San Giovanni, vale a dire un quarto dei dipendenti dell’impresa italiana. “Nonostante sia molto chiaro ai sindacalisti, i quali hanno avuto colloqui con l’azienda nei giorni precedenti all’Unione industriale di Torino, che a breve si procederà agli esuberi, dall’azienda non confermano”. (Continua a leggere dopo la foto)
“Lindt & Sprungli sta esaminando tutte le soluzioni disponibili per rivitalizzare il marchio” è stato il commento di un portavoce. “Di certo – continua Il Giornale – nei fatti, l’unica cosa certa è il comportamento irrispettoso nei confronti dei lavoratori testimoniato, ad esempio, dall’amministratore delegato di Caffarel Benedict Riccabona il quale, il giorno dei colloqui con i sindacati, ha preso le ferie e non si è presentato. “Ogni anno l’azienda di Luserna San Giovanni è soggetta a ‘commissioni di management’ e ‘commissioni per uso delle licenze’. Queste equivalgono a svariati milioni di euro l’anno che vanno versati alla controllante di Kilchberga, a Zurigo”. (Continua a leggere dopo la foto)
“Questo permette di spostare legalmente le risorse a favore della casa madre senza farle emergere come profitti tassabili nel Paese della controllata. Il problema sta nel fatto che l’applicazione di simili tariffe a un’impresa in difficoltà come Caffarel è quantomeno discutibile”. Infine, fa presente Alessandro Imperiali nel suo puntualissimo articolo, pochi mesi fa Lindt Italia ha comprato S.T. Spa, che aveva registrato perdite per 949mila euro nell’anno chiuso a giugno 2020. “Nonostante ciò, la Lindt ha deciso di spendere ugualmente 12 milioni di euro, ossia quattro volte l’eventuale risparmio annuo dal taglio di 90 operai Caffarel. Il titolare della S.T Spa si chiama Edoardo Bulgheroni, il presidente di Lindt Italia, che controlla Caffarel, invece, Antonio Bulgheroni, suo padre. Quest’ultimo però afferma che è stata un’operazione trasparente e corretta”.
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