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“Pronti a partire per Kiev”. Il “regalo” di Giorgia Meloni a Zelensky

Pubblicato il 20/02/2023 15:01 - Aggiornato il 20/02/2023 15:24

Come può cambiare l’impegno italiano nella guerra in Ucraina con l’imminente incontro tra Giorgia Meloni e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky? Una domanda che si stanno ponendo tanti analisti in queste ore, nonostante i sondaggi continuino a sottolineare come i cittadini siano fortemente contrari alla nostra partecipazione al conflitto. Eppure il faccia a faccia tra i due leader, a ridosso dell’anniversario dell’invasione russa del 24 febbraio, potrebbe effettivamente portare a un aumento nello sforzo bellico. Secondo Repubblica, Meloni potrebbe infatti concordare l’invio di cinque caccia militari, a patto però di non essere noi i primi a fornirli per ragioni di opportunità politica. Si cercherà di dare l’impressione, insomma, che l’Italia abbia seguito l’onda lunga degli alleati, capitanati dalla Gran Bretagna. (Continua a leggere dopo la foto)
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L’Italia non si metterà in testa agli alleati di Kiev, anche perché all’interno del governo c’è la consapevolezza dei dubbi diffusi nell’opinione pubblica e tra i cittadini sul proseguimento del conflitto. Per quanto riguarda la possibile fornitura di aerei, in molti si stanno concentrando su quali potrebbero essere i nostri mezzi pronti a volare in soccorso dell’Ucraina. Una risposta sembra già esserci. (Continua a leggere dopo la foto)

Difficile che l’Italia dia il via libera agli F-35, così come è quasi impossibile che siano inviati in Ucraina gli Eurofighter, punta di diamante della nostra aeronautica e il modello più avanzato mai realizzato in Europa. Più facile, invece, che il governo Meloni si orienti sugli Amx realizzzati da un consorzio composto da Italia e Brasile, oppure sui Tornado. (Continua a leggere dopo la foto)

caccia italiani ucraina

Prima dell’invio servirà l’addestramento dei piloti ucraini, fronte sul quale gli alleati di Zelensky dovranno investire tempo e risorse. In ottica di un cessate il fuoco, Meloni potrebbe anche lanciare presto l’idea di una conferenza internazionale per la ricostruzione dell’Ucraina nel nostro Paese, anche per evitare che sia la Francia a intestarsi l’operazione.

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