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Gravissimo in Puglia: infermieri rifiutano il vaccino, la Asl gli blocca lo stipendio

Pubblicato il 27/05/2021 08:20

Quello che sta accadendo in Puglia è gravissimo. Ad alcuni infermieri che si sono rifiutati di sottoporsi all’inoculazione del vaccino anti-Covid, la Asl ha bloccato lo stipendio e li ha sospesi dal servizio fino alla fine dell’anno. È infatti questa la sanzione inflitta dall’Asl di Brindisi a cinque suoi dipendenti. È necessario ricordare che attualmente la vaccinazione contro il coronavirus non è obbligatoria in Italia, nemmeno per il personale sanitario. Nel frattempo le Asl, però, sono andate avanti in ordine sparso. (Continua a leggere dopo la foto)

Alcune hanno destinato il personale riluttante a mansioni non a contatto con i pazienti, chi ha fatto ricorso alle ferie forzate e chi, come accaduto a Brindisi allo stop alla retribuzione. Come racconta il Corriere, “i provvedimenti sono stati firmati dal direttore generale dell’azienda sanitaria d Giuseppe Pasqualone. È la svolta di un braccio di ferro che a Brindisi va avanti da mesi tra i vertici della sanità locale e un nutrito gruppo di lavoratori che fino a oggi non hanno voluto immunizzarsi contro il coronavirus”. Esercitando un proprio diritto. (Continua a leggere dopo la foto)

La sospensione ha colpito quattro infermieri e un tecnico di laboratorio mentre un medico, anch’egli su posizioni no vax, ha ricevuto una diffida. “La Asl di Brindisi – scrive il Corriere – aveva più volte sollecitato i dipendenti restii al vaccino a sottoporsi al farmaco e a esporre le ragioni del loro rifiuto. Nel frattempo erano stati tutti posti in ferie forzate. Il 21 maggio scorso avevano ricevuto un nuovo invito a farsi vaccinare”. (Continua a leggere dopo la foto)

Ma la risposta era stata ancora una volta negativa. “Alcuni di loro hanno chiesto di poter riprendere normale servizio. Da qui la decisione di passare a una sanzione disciplinare più dura. A Brindisi sarebbero ancora una sessantina i sanitari che rifiutano la protezione anti Covid; l’azienda sanitaria sta valutando caso per caso le loro ragioni”.

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