Il lockdown totale, ripetuto e prolungato, durante la presunta emergenza da Covid-19 che dal 2020 ha di fatto stravolto le nostre abitudini, la nostra quotidianità, ha generato solo disastri. Sotto la pessima gestione di Conte e Speranza non si contano i fallimenti, i suicidi, gli evidenti contraccolpi psicologici che hanno interessato i giovani, privati della socialità e persino della scuola (a meno che non si consideri “scuola” la cosiddetta didattica a distanza). Peraltro, poiché – ogni tanto occorre ricordarlo – la stessa Organizzazione mondiale della sanità ha decretato il termine dell’emergenza pandemica lo scorso 5 maggio, nessuno rimpiange i lunghi mesi di chiusura. O forse sì. E non stiamo parlando delle ridicole virostar da salotto televisivo, ma di un giornalista come Michele Serra, evidentemente schierato, da sempre, ma alle volte persino obiettivo e condivisibile in alcuni suoi ragionamenti. O almeno così sembrava sino a ieri, quando abbiamo letto il suo articolo su la Repubblica, la Bibbia del conformismo politicamente corretto. (Continua a leggere dopo la foto)
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I nostalgici delle restrizioni
Sia nel caso ne fosse veramente convinto, sia che lo dicesse per andare contro l’attuale governo guidato da Giorgia Meloni, il “ritorno del virus” paventato da Serra e il governo “che non fa nulla, così non si delude l’elettorato No Vax, in larga parte di destra” ci sembrano posizioni piuttosto avventate e dichiarazioni di una certa gravità. Ne è convinto anche Francesco Borgonovo che, nel suo corrosivo articolo su La Verità, ha ricordato i danni delle quarantene e delle dissennate politiche del tragico triennio della pandemia (nulla che si possa rimpiangere, nulla che abbia davvero fermato il virus), non prima di una meritatissima stilettata allo stesso Serra, che forse “non si sente in grado di regolarsi da solo” e ha bisogno “che qualcuno gli dica di lavarsi le mani e non starnutire in faccia alle nonnine nelle Rsa”. Serra invoca quantomeno una circolare del ministero, una di quelle circolari generosamente erogate a ogni piè sospinto dall’ex ministro Speranza. Eppure, nota Borgonovo, proprio quelle circolari, in particolare nei ragazzi e negli adolescenti, hanno determinato problematiche come quella di cui parlava proprio il quotidiano romano, sempre ieri, notizia che evidentemente non è stata letta da Michele Serra. L’articolo citava proprio i disagi e il netto calo di rendimento scolastico. Il tutto era attribuito al Covid, una scusa sempre valida, ma, come dicevamo in apertura e come sostiene anche Francesco Borgonovo, semmai sono state proprio le quarantene e le altre folli misure restrittive ad incidere così pesantemente sulla salute psicologica dei ragazzi. Insultati, maltrattati e discriminati, i “No Vax”, ora tornano a essere il capro espiatorio dei vari Serra, Bassetti e Burioni, i quali ultimi due sono stati capaci di sciacallare persino sulle condizioni di salute del professor Meluzzi. (Continua a leggere dopo la foto)
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Misure disastrose e inutili
Per inciso, basterebbe osservare i dati per farsi un’idea chiara e non viziata dalla ideologia, e tralasciamo le ricadute di cui scritto sinora in termini di lavoro o di rendimento scolastico, ci limitiamo solo ai dati sanitari: al netto delle “circolari” di Speranza di cui Michele Serra sente una tale nostalgia e al netto dei Dpcm di cui ha gravemente abusato “l’avvocato del popolo” Giuseppe Conte, si sono registrati più ricoveri in terapia intensiva, più casi giornalieri, lo stesso indice di positività e centinaia di decessi ogni giorno. Tutto ciò nonostante i lunghi lockdown che hanno “chiuso” l’Italia intera.
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