In un periodo di crisi figlia delle scelte dei governi che si sono succeduti negli ultimi mesi, capaci di affrontare l’emergenza Covid-19 soltanto tenendo chiusi in casa gli italiani fino all’estate, ecco arrivare per gli italiani un’altra brutta notizia: in autunno le bollette potrebbero subire una pericolosa impennata verso l’alta, con la riapertura delle fabbriche e degli uffici dopo le vacanze accompagnata da forti rincari del gas.

Come rivelato dal Sole 24 Ore, il questi giorni il metano al borsino italiano è arrivato a costare 45-46 euro per 1.000 chilowattora, quando a primavera non superava i 20 euro. Colpa di un insieme di fattori come l’aumento della domanda o degli aumenti della CO2 che hanno spinto i consumatori dal carbone al gas. Possibile, stando agli analisti, che dal 2022 si torni a prezzi meno alti, ma nel frattempo la data da fissare in rosso col calendario è quella del 1 ottobre, quando l’autorità dell’energia Arera dovrà aggiornare le tariffe dell’elettricità.

I prezzi del metano rischiano di dare così un altro colpo doloroso all’inflazione e far schizzare ulteriormente le bollette di tutti o quasi. L’Arera si occupa di aggiornare le tariffe elettriche e del gas secondo i costi di produzione ogni 3 mesi, con un trend che da un anno fa segnare continui aumenti. Il 1 luglio 2021 la corrente elettrica era cresciuta, per esempio, del 9,9%, con il gas su addirittura del 15,3%. L’inflazione era cresciuta dell’1,9%.

A ottobre si rischia quindi un altro, pericoloso bis. A salvarsi potrebbero essere soltanto i consumatori elettrici che sul mercato libero avranno stipulato contratti di fornitura a prezzo fisso, al riparo cioè dalle oscillazioni di questi mesi. Mentre il governo sembra molto più impegnato a ricattare gli italiani con il Green pass piuttosto che a difendere i loro risparmi.
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