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Blitz contro la ‘ndrangheta, perquisizione nella casa di Cesa: “Mi dimetto da segretario Udc”

Pubblicato il 21/01/2021 11:13 - Aggiornato il 21/01/2021 11:41

Mentre Giuseppe Conte continua la sua personalissima ricerca di una maggioranza assoluta, quella in Senato, andata perduta dopo un voto di fiducia che ha sottolineato tutta la fragilità del suo governo, la caccia ai “costruttori” rischia di farsi complicata già sul nascere. E parecchio. Tutta colpa di una maxi-operazione portata avanti dalla procura di Catanzaro contro la ‘ndrangheta, denominata “Basso Profilo”, che ha visto finire ai domiciliari il segretario regionale dell’Udc e assessore regionale al Bilancio Francesco Talarico. Tra gli indagati, invece, c’è il segretario nazionale Lorenzo Cesa, al centro da giorni di trattative per un eventuale sostegno ai giallorossi.

Blitz contro la 'ndrangheta, perquisizione nella casa di Cesa: "Mi dimetto da segretario Udc"

Nel mirino dell’operazione, alcune figure ritenute al centro dell’organizzazione mafiosa nel territorio di Isola Capo Rizzuto e Cutro, come Bonaventura Aracri, Arena e Grande Aracri, e alcuni imprenditori ed esponenti della politica locale e della pubblica amministrazione: negli ultimi mesi, avrebbero spostato in maniera illecita oltre 300 milioni di euro. Oltre agli arresti, la Procura ha disposto anche il sequestro di immobili, auto, conti correnti bancari e postali e compendi aziendali.

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Secondo il bilancio tracciato dal presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra, il valore totale dei beni sequestrati dovrebbe attestarsi intorno ai “100 milioni di euro. Ancora una volta l’azione concreta contro le mafie riporta la ricchezza nelle mani dei cittadini. Nel corso delle recenti operazioni antimafia in Italia, e parlo di poche settimane, centinaia di milioni di euro sono tornati nelle casse dello Stato: questo è anche un reale Recovery fund che deve essere sempre attivo. Questi arresti dimostrano che lo Stato non solo è presente, ma è anche più forte e tenace”.

Una notizia che, come detto, potrebbe avere ripercussioni pesanti anche sul futuro del governo. Lorenzo Cesa, il segretario nazionale dell’Udc, una volta ricevuto l’avviso di garanzia si è dimesso dal proprio ruolo, precisando però che le indagini riguardano fatti “risalenti al 2017” e dichiarandosi “completamente estraneo” alla vicenda. Difficile, però, immaginare che il caso non complichi il futuro del Conte bis, che aveva individuato proprio nell’Udc una possibile stampella per aiutare un esecutivo pericolante, come evidenziato dal voto al Senato dove il premier non ha ottenuto la maggioranza assoluta.

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