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“Tra i suoi voti anche quelli dei morti”. Reggio Calabria, arrestato consigliere del Pd

Pubblicato il 14/12/2020 16:29

Fino a poco tempo fa sembrava solo un detto “fanno votare anche i morti”. Adesso invece è realtà. Ed è successo a Reggio Calabria, dove “magicamente” due persone decedute hanno votato. Per questo è finito agli arresti domiciliari il consigliere comunale Antonino Castorina del Partito democratico. Come riporta Il Fatto Quotidiano, “lo ha deciso il gip su richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri, dell’aggiunto Gerardo Dominijanni e del sostituto Paolo Petrolo. L’accusa è di aver violato la normativa elettorale al fine di assicurarsi l’elezione al Consiglio comunale”. Tra i 1.510 voti rastrellati da Castorina, infatti, ci sono tantissimi cittadini che non si sono mai recati al seggio alle comunali del 20 e 21 settembre.

“Soprattutto anziani che – stando ai verbali delle operazioni di voto consultati dal Fatto – risultavano aver espresso la loro preferenza. L’inchiesta della procura rischia adesso di provocare un terremoto non solo giudiziario ma anche politico. E lo fa, in Calabria, a ridosso di una campagna elettorale per le Regionali che si annuncia infuocata, con un centrosinistra spaccato, ancora senza il candidato a governatore, e un centrodestra in balia delle lotte intestine tra i partiti che aspirano a guidare la coalizione dopo la morte della presidente Jole Santelli”.

I dettagli dell’operazione saranno presto illustrati dai magistrati. I loro accertamenti sono partiti “dopo che in un seggio, durante le operazioni di voto, la polizia ha fermato un soggetto con in tasca tre schede elettorali. La notizia di un’inchiesta era trapelata nelle settimane scorse perché sui social erano comparsi alcuni post sugli interrogatori di molti ultraottantenni a cui la polizia aveva chiesto se fossero andati a votare”.

Le indagini hanno riscontrato i sospetti iniziali. “In poco più di un mese, la Digos e la polizia postale hanno chiuso il cerchio sequestrando tutti i verbali delle sezioni e i documenti dell’ufficio elettorale del Comune di Reggio Calabria. Sul fatto che i brogli siano stati opera di Castorina e di persone a lui vicine, gli inquirenti non hanno dubbi: lo hanno scoperto verificando le richieste di copie delle schede elettorali formulate negli uffici comunali”.

Impensabile che Castorina abbia potuto fare tutto da solo. “Ecco perché nel fascicolo dell’inchiesta sono finiti anche i documenti firmati dal presidente della Commissione centrale, il giudice Giuseppe Campagna, che tra il primo e il secondo turno delle elezioni comunali con una lettera aveva segnalato alla Corte d’Appello “‘gravi irregolarità’ nell’espletamento delle funzioni di presidente di seggio a carico di 25 nominativi”. In altre parole, da subito ci si era accorti di alcune anomalie.

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