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La stampante di cibo: ecco l’ultima diavoleria. Se pensavate di averle viste tutte vi sbagliavate (FOTO)

Pubblicato il 11/05/2023 12:42 - Aggiornato il 14/05/2023 15:42

Dopo la farina di insetti e il latte sintetico, la prossima frontiera della nuova alimentazione che vogliono imporci è la bistecca vegetale prodotta con la stampante 3D. Il problema è che è già realtà e che è già nei ristoranti italiani. Ma si può mangiare una roba fatta con una stampante 3D? Siamo alla follia più totale. A raccontare questa esperienza è Il Sole 24 Ore, che scrive come a vederla sembri davvero una bistecca. “La tagli, e le fibre si separano esattamente come quelle muscolari. Il sangue cola, il sapore è quello che ti aspetti. Eppure questo, che sembra un filetto a tutti gli effetti, in realtà è fatto di soia, piselli, noce di cocco, burro di cacao, ferro, succo di barbabietola e lieviti”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Questa bistecca vegetale non ha colesterolo ed è senza glutine. La forma gliel’ha data una stampante 3D. Questa novità segna uno scarto rispetto agli hamburger e alle polpette viste finora. “Siamo all’evoluzione 2.0 della carne vegetale. È la prima bistecca vegetale al mondo. Ed è appena sbarcata in una quindicina di ristoranti italiani, di cui cinque a Milano e due a Roma, tra cui gli Smash Burger di Joe Bastianich“. A produrla è una società israeliana, Redefine Meat, che ha messo in piedi un laboratorio con 100 ricercatori e una piccola stamperia 3D, anche se il grosso della “stampa” avviene nello stabilimento che la società ha in Olanda. (Continua a leggere dopo la foto)
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Bistecca vegetale, come viene realizzata con la stampante 3D

A destare “curiosità” è il fatto che anche il latte sintetico (come avevamo raccontato qui) viene prodotto da una società israeliana. La bistecca vegetale fatta con la stampante 3D è arrivata in Italia per la partnership con Giraudi Meats, un distributore specializzato in tagli di carne di fascia alta. Dalla società israeliana fanno sapere: “Noi vogliamo fare concorrenza alle bistecche tradizionali. Nel nostro laboratorio ci confrontiamo con i macellai e gli chef e passiamo la maggior parte del tempo a studiare la carne tradizionale”. Il must? Lo stesso del latte: ciò che viene prodotto in laboratorio è più green di quello che in produce in natura. Poveri noi…

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