Come era ampiamente prevedibile, il “governo dei migliori” ha messo in scena l’ennesimo bluff. Mentre aumenta le spese militari per fornire armi all’Ucraina, Draghi non si cura del salasso che patiscono i cittadini italiani a causa del caro carburanti. La “misurina” messa in campo dal governo è già esaurita. Il beneficio del taglio delle accise, in vigore da martedì 22 marzo, si è già ampiamente attenuato. Secondo Quotidiano Energia, ripreso da Repubblica, “dopo i ribassi dei giorni scorsi, oggi si sono registrati già i primi aumenti, seguiti alla nuova fiammata dei prezzi de petrolio. I distributori Eni segnano ad esempio un +6 cent/litro su benzina e diesel, per quanto riguarda i prezzi raccomandati”. (Continua a leggere dopo la foto)

L’impatto del taglio di Iva e accise, dunque, non si è fatto sentire così come i cittadini speravano. “In base all’elaborazione di Quotidiano Energia degli ultimi dati disponibili dell’Osservaprezzi, aggiornati alle 8 di ieri (24 marzo), il prezzo medio nazionale praticato della benzina in modalità self è sceso a 1,881 euro/litro (2,115 il valore del giorno prima), con i diversi marchi compresi tra 1,836 e 1,946 euro/litro (no logo 1,917). Il prezzo medio praticato del diesel self è sceso a 1,862 euro/litro, con le compagnie posizionate tra 1,812 e 1,926 euro/litro (no logo 1,907). (Continua a leggere dopo la foto)

Quanto al servito, “per la benzina il prezzo medio praticato è passato a 2,047 euro/litro (2,248 il dato precedente) con gli impianti colorati che mostrano prezzi medi praticati tra 1,958 e 2,118 euro/litro (no logo 1,977). La media del diesel servito si è posizionata a 2,032 euro/litro (contro 2,235) con i punti vendita delle compagnie con prezzi medi praticati compresi tra 1,946 e 2,097 euro/litro (no logo 1,967). In calo anche i prezzi praticati del Gpl, sempre per l’effetto accise, con valori che sono scesi da 0,849 a 0,882 euro/litro (no logo 0,870). Infine, il prezzo medio del metano auto si è posizionato tra 2,036 e 2,369 (no logo 2,129)”. (Continua a leggere dopo la foto)

Nelle intenzioni del governo – commenta Repubblica – la riduzione di prezzo doveva essere più marcata. “Il taglio di 25 centesimi dell’accise si è fatto sentire di conseguenza anche sull’Iva, visto che l’imposta è calcolata sul prezzo finale, accise incluse. Il risultato è che il prezzo, teoricamente, sarebbe dovuto scendere di 30 centesimi. Un calo però che, alla pompa, non si è visto”. Ma dei reali bisogni dei cittadini, ormai si è capito, poco importa a Draghi e ai suoi ministri.
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