Il caso-Becciu si allarga sempre più. E ora coinvolge anche una donna. Qualcuno dice che sia la sua amante, altri la nipote, altri ancora si interrogano sul vero ruolo di Cecilia Marogna, 39 anni di Cagliari, esperta di relazioni diplomatiche e persona di fiducia dell’ex numero 2 della Segreteria di Stato, ora destituito da Papa Francesco. L’hanno già ribattezzata la “Dama del Cardinale”, protagonista assoluta del nuovo misterioso capitolo dello scandalo che ha messo in subbuglio il Vaticano. “The young pope” di Sorrentino a confronto è nulla. Angelo Becciu è ora accusato di investimenti sospetti, elargizioni e favori non proprio mossi da fervida carità cristiana. Stavolta ci sono in ballo 500mila euro usciti anch’essi dalle casse vaticane e destinati – ufficialmente – ad opere di bene. Con un solo, fortunato destinatario, Chi?
Ovviamente lei, la signora titolare di una società che ha sede in Slovenia, la quale avrebbe ricevuto parecchi bonifici da conti riconducibili a Becciu, quando era Sostituto agli Affari Generali. Ma i soldi, anziché essere spesi per missioni umanitarie in Africa e Asia, sarebbero serviti a rinnovarle l’armadio e l’arredamento: borse, scarpe e accessori di gran lusso, tra cui una celestiale poltrona in pelle. Da qui il sospetto che tra i due ci fosse qualcosa di più… Secondo gli indizi raccolti da Gaetano Pecoraro e Riccardo Festinese, inviati de Le Iene, che stasera su Italia 1 manderanno in onda il servizio integrale, Cecilia Marogna, più che a lenire le sofferenze degli ultimi, si dedicava a fare shopping nelle boutique di Prada, Moncler, Saint Laurent, Mont Blanc, Tod’s, Frau.
Tra i documenti riservati, ricevuti due settimane fa insieme con altre carte in busta rigorosamente anonima, c’è anche una lettera di presentazione su carta intestata della Santa Sede, con cui il cardinale Angelo Becciu dichiara di conoscerla e di riporre in lei massima fiducia e stima. Secondo il quotidiano La Verità, che per primo ha scritto ieri di questi ennesimi bonifici ‘caritatevoli’ del generoso prelato, Cecilia Marogna sarebbe stata presentata in Vaticano come “la nipote del cardinale”, ma la parentela non sussiste. Da qui, altri sospetti.
“Mi hanno chiesto di stare zitto. Posso solo dirle che la signora non è una mia familiare”, ha risposto Becciu, laconico e sibillino. Secondo una ricostruzione parallela del giornale Domani, la Dama del Cardinale coordina attività di intelligence per la Segreteria di Stato. E il mezzo milione di euro accreditato da Becciu sul suo conto doveva servire per finanziare la liberazione di missionari rapiti. Cecilia Marogna respinge le accuse oggi in un’intervista al Corriere della Sera: “Li ho spesi per viaggi diplomatici, pagamenti di fonti di informazione, mediazioni e bonifici a fondazioni umanitarie”.
Però non nega lo shopping compulsivo. “Quelle su di me? Tutte falsità! Io amante del cardinale? Assurdo. Sono un’analista politica e un’esperta di intelligence, che lavora onestamente e che vive in affitto mantenendo sua figlia. Ho alle spalle una formazione scientifica poi studi di geopolitica perfezionati in Libano. Ho dei forti valori cattolici e una formazione clericale, pur se mia figlia è nata fuori dal matrimonio. Una studiosa di temi internazionali. Come ho conosciuto Becciu? Gli ho scritto una mail, era il 2015, per capire se le mie analisi fossero corrette, e quali fossero i problemi di sicurezza delle Nunziature e delle Missioni”.
Continua Marogna: “Mi ha ricevuto a Roma in Segreteria di Stato, doveva essere un colloquio di 20 minuti ma è durato un’ora e mezzo. Nacque un rapporto di stima sfociato in una collaborazione operativa. 500mila euro su 4 anni, inclusi i viaggi, le consulenze uscite da quel conto, situazioni da gestire in varie aree. I soldi sono giunti a tranche sulla mia società in Slovenia. I rapporti con i Servizi? Sono di stima e collaborazione coi vertici dei Servizi italiani”. Alla prossima puntata.
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