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“Faranno arrestare Messina Denaro ma vorranno qualcosa in cambio”. La profetica intervista di Giletti (VIDEO)

Pubblicato il 16/01/2023 20:31

Trent’anni esatti. Tanto è durata la latitanza di Matteo Messina Denaro, tra i fuggitivi più ricercati al mondo. Oggi è il momento di festeggiare la vittoria dello Stato e dei Carabinieri del Ros, eppure non si piò non notare che il boss di Castelvetrano e di tutta Cosa nostra non avesse lasciato l’isola, che girasse pressoché indisturbato, con il solo autista, e che il volto, anche se ingrassato, non faccia ipotizzare (come in molti credevano) un intervento di chirurgia plastica. Si sentiva al sicuro, evidentemente. Di quali protezioni godeva e a che livello? Ricattava le istituzioni con il famoso archivio di Totò Riina che avrebbe “ereditato”? Ora, tralasciamo i punti interrogativi e, metaforicamente, ne mettiamo uno esclamativo, tanto è forte e profetica l’affermazione: “Matteo Messina Denaro è malato e si potrebbe consegnare. Magari è già tutto programmato”. Salvatore Baiardo, che aveva lasciato cadere queste parole, è un collaboratore di giustizia, un misterioso gelataio piemontese che era arrivato a curare la latitanza dei fratelli Graviano, dei quali faceva da prestanome: era soltanto il 5 novembre scorso, poco più di due mesi fa, e Massimo Giletti conduceva una puntata speciale di “Non è l’arena” incentrata sugli ultimi padrini di mafia. Fece scalpore l’intervista a Gaspare Mutolo, ma, col senno di poi, erano le affermazioni di questo gelataio border line le più esplosive. Si parlava dell’ergastolo ostativo e, incalzato da Giletti, ecco la frase sibillina: “Chissà che al nuovo governo non arrivi un regalino, che magari presumiamo che un Matteo Messina Denaro sia molto malato e faccia una trattativa per consegnarsi lui stesso per fare un arresto clamoroso?” E ancora: “potrebbero farlo sembrare una casualità quando invece era tutto programmato da tempo per far uscire qualcuno dal carcere”. Magari proprio i fratelli Graviano, anche loro appartenenti all’ala stragista di Cosa nostra. (Continua a leggere dopo il VIDEO)
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Allo Stato “ora fa comodo”, Matteo Messina Denaro “non serve più”. D’altronde, “la trattativa Stato-Mafia non è mai finita”, ha detto, convinto. Anche Salvatore Borsellino, fratello dell’eroe della lotta alla mafia, esprime talune perplessità, intervistato da RaiNews24 dopo l’arresto dell’ex primula rossa. Riteniamo di riportarle per esteso: “Noto la coincidenza che l’arresto avviene quando sta arrivando in porto l’abolizione dell’ergastolo ostativo, che era la condizione principale posta da Riina nel papello. Spero di non vedere tra poco personaggi come i Graviano fuori dalla galera”. (Continua a leggere dopo la foto)

Baiardo Messina Denaro farsi arrestare

La tempistica, dunque, fa porre dei seri interrogativi. L’ergastolo ostativo, o carcere duro o 41 bis o fine pena mai, è la condizione per cui taluni detenuti, tipicamente i boss delle mafie, non possono accedere alla liberazione condizionale, ai lavori esterni, alla semilibertà e ai permessi-premio, ma devono scontare la propria pena per intero e sino alla morte. Risulta chiaro, dunque, perché sin dalla sua istituzione è stato lo spauracchio di questi criminali. La Corte Costituzionale aveva anche eccepito in merito alla sua costituzionalità. Ma sul punto, già stamane, si è espresso anche il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni: “sono fiera del fatto che il primo provvedimento del governo che presiedo sia stato sul carcere duro”, riferendosi al Decreto Sicurezza.

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