Un’Italia dalle differenze sempre più marcate, dove non solo il Nord continua a correre a una velocità diversa dal Sud, ma anche all’interno delle stesse città le distanze tra centro e periferia si fanno sempre più marcate. Questa la fotografia scattate dalle Finanze, con i dati elaborati e pubblicati dal Sole 24 Ore: a Milano, per esempio, nella zona tra Brera e il Quadrilatero il reddito medio è di 100.659 euro, cinque volte più alto che a Quarto Oggiario e Roserio (18.926). La pandemia, dunque, ha accresciuto ulteriormente le differenze tra persone agiate e famiglie in difficoltà.

Allo stesso modo, spostando la lente d’ingrandimento sopra la capitale, ecco che a Roma i Parioli con 68.315 euro superano di quattro volte Ostia antica, ferma invece a 16.303. A Napoli, Chiaia con i suoi 47.343 triplica invece ampiamente il reddito di Sant’Antonio Abate, 13.462. Complessivamente, in 30 Comuni tra quelli presi in esame il reddito è mediamente 2,4 volte più alto nell’area ricca rispetto a quella povera.

Un dato che va incrociato con quelli nel frattempo pubblicati dall’Istat e che sottolineano come, in Italia, la povertà assoluta abbia raggiunto il livello più alto da quando sono iniziate questo tipo di rilevazioni, ovvero dal 2005 a oggi: oltre 2 famiglie si trovano a vivere una situazione di estrema difficoltà, una percentuale pari addirittura al 7,7% del totale. Con redditi che in alcune zone sono talmente bassi da rendere inutili gli sgravi fiscali.

Servirebbero, dunque, aiuti diretti per provare a rialzare la testa, invece di bonus e sgravi che non riescono a portare nemmeno una boccata d’ossigeno a queste famiglie. Con opportunità di lavoro che, nelle aree più svantaggiate del Paese, continuano fortemente a scarseggiare, con il tasso di occupazione femminile e giovanile che fa registrare drammatiche punte verso il basso.
Ti potrebbe interessare anche: “Costretto a inventare abusi sessuali e riti satanici”. Veleno, il ‘bambino 0’ confessa tutto