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A rischio 1 milioni di posti, ma il governo non ha un piano sul lavoro

Pubblicato il 07/12/2020 12:14

Mentre il governo si affanna nel promettere soluzioni di contrasto alla crisi economica che puntualmente si rivelano tardive e inefficaci, c’è una data già segnata in rosso sul calendario che preoccupa, e parecchio: 31 marzo 2021. In quell’occasione cadrà infatti il blocco dei licenziamenti imposto come misura per evitare di aggravare l’emergenza per tante famiglie. Cosa succederà dopo? Difficile dirlo con certezza. Le stime parlano però di 250 mila persone che potrebbero perdere il proprio posto di lavoro a strettissimo giro. Altre nei mesi successivi, fino ad arrivare a un totale di un milione di esuberi.

A rischio 1 milioni di posti, ma il governo non ha un piano sul lavoro

Secondo le previsioni della Banca d’Italia, il blocco dei licenziamenti e la cassa integrazione estesa a tutti hanno salvato, in questa fase, 600-700 mila italiani dal licenziamento, il 30% in più rispetto a un anno “normale”. 420 mila posti di lavoro sono invece stati persi in ogni caso. Come evitare, ora che anche le norme anti-Covid sono destinate pian piano a sparire, che il numero possa schizzare ulteriormente verso l’alto? Un dubbio che agita non poco Palazzo Chigi, che continua a fare programmi contando su soldi, quelli del Recovery Fund, di cui non si è ancora vista neanche l’ombra.

A rischio 1 milioni di posti, ma il governo non ha un piano sul lavoro

Non bastasse, c’è poi il problema di come spendere i famigerati 500 milioni di euro già messi in manovra qualora la situazione dovesse sbloccarsi dalle parti di Bruxelles. Il governo litiga ancora, infatti, sul piano per impiegare le risorse, con la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo ad annunciare un programma che ha però scatenato la guerra tra partiti. Il Pd vorrebbe che a occuparsi della cifra sia l’Anpal, l’Associazione nazionale per le politiche attive, e vorrebbe stabilizzare con selezione semplificata i 520 precari di lunghissimo corso della stessa Anpal. Il presidente di quest’ultima, Mimmo Parisi, vorrebbe invece affidarsi a un concorso, con tanto di società già individuata, per individuare i navigator. I Cinque Stelle, infine, puntano tutto sui 2.700 navigator e chiedono che il loro contratto sia prolungato fino al 31 dicembre 2022.

A rischio 1 milioni di posti, ma il governo non ha un piano sul lavoro

Considerando che il miliardo stanziato per riformare i Centri per l’impiego al momento non è stato quasi per niente utilizzato e che le Regioni non hanno terminato i concorsi per assumere nuovi addetti, il rischio di ritrovarsi in primavera senza un piano sul fronte lavoro è alto. Si ragiona, così, sull’idea di scollegare il reddito di cittadinanza, visto ora più come mezzo di contrasto alla povertà, dagli incentivi alla creazione di nuovo lavoro. E sulle riforme di ammortizzatori sociali e pensioni, necessarie per un piano di rilancio. A breve il vaccino potrebbe essere pronto. Il governo, invece, sembra ancora drammaticamente in ritardo.

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