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I virologi seminano il panico: “Si dovrebbe fare un lockdown a Natale”

Pubblicato il 14/10/2020 17:16

Il microbiologo dell’Università di Padova, Andrea Crisanti, uno dei più seguiti e rispettati, ospite di Studio 24, lancia in campo una possibilità che fa già tremare gli italiani: un lockdown a Natale. Il professore cita l’esempio della Gran Bretagna che ha deciso di fare un lockdown durante le vacanze scolastiche: “Credo che un lockdown a Natale sia nell’ordine delle cose: si potrebbe resettare il sistema, abbassare la trasmissione del virus e aumentare il contact tracing. Così come siamo il sistema è saturo”, spiega.

“L’impatto che le misure adottate dal Governo avranno lo sapremo tra un paio di settimane. Sono misure di buonsenso che hanno un impatto sulla qualità della vita, penso che dovremmo invece concentrarci sulla capacità che abbiamo di bloccare la trasmissione del virus sul territorio”. Poi Crisanti porta un altro esempio: “In Veneto abbiamo avuto 366 casi e 360 isolamenti, ogni caso genera almeno 10-15 contatti quindi avremmo in isolamento almeno 5mila persone”.

Secondo il professore “il sistema è collassato, via via che i casi sono aumentati, la capacità di contact tracing e fare tamponi diminuisce e si entra in un circolo vizioso che fa aumentare la trasmissione del virus”. Crisanti mette in guardia sui rischi della nuova fese dell’epidemia. “Più che misure sui comportamenti occorre bloccare il virus: tra 15 giorni non non vorrei trovarmi a discutere di 10-12mila casi al giorno”.

Intanto, però, si devono fare i conti con questa possibiltà. Già con le restrizione del nuovo Dpcm andranno briciati decine di miliardi di euro e migliaia di posti di lavoro. Tra bar e ristoranti ci sono 50 mila attività con 350 mila addetti a rischio chiusura entro la fine dell’anno. Senza contare le conseguenze per l’indotto. “Queste attività chiuderanno per non riaprire più”, come fa sapere Roberto Calugi, direttore generale della Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe). La chiusura a mezzanotte obbligatoria e il divieto, a partire dalle 21, di consumare all’esterno dei locali rischia di rivelarsi una mazzata dalla quale in tanti faticheranno a riprendersi. Figuriamoci un lockdown sotto feste…

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