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Il peso della crisi schiaccia il mondo: in fumo 28 mila miliardi

Pubblicato il 14/10/2020 13:57

Nel corso del 2020, segnato dalla pandemia di coronavirus che non ha risparmiato nessuna delle economie mondiali, perderemo complessivamente 28 trilioni di dollari, una somma spropositata che graverà sulle nostre spalle per almeno i cinque anni. I numeri, che arrivano dal World Economic Outlook presentato a Washington in occasione degli Annual Meetings, fanno paura: pensare che un trilione equivale a mille miliardi ed ecco che la portata delle previsioni assume di colpo dimensioni catastrofiche.

Il peso della crisi schiaccia il mondo: in fumo 28 mila miliardi

Il capo economista dell’Fmi Gita Gopinath ha sottolineato come, tutto sommato, poteva anche andare peggio: “Gli interventi di banche centrali e governi, stimabili in 12 miliardi, hanno salvato vite e prevenuto una catastrofe finanziaria”. Non bisogna, però, abbassare la guardia: quest’anno entreranno infatti sotto la soglia di povertà circa 90 milioni di individui, cancellando così una parte consistente dei progressi che erano stati registrati in passato. “La crisi non è finita, la risalita sarà lunga e altamente incerta”.

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Ci sono stime che lasciano segnali di ottimismo: la caduta globale del Pil, prevista per un 5,2, si è limitata al 4,4%. Così come la contrazione dei commerci ha recuperato di recente un punto e mezzo rispetto alle precedenti settimane. Ma, nonostante i miglioramenti, la condizione è mediamente disastrosa nei vari Paesi. L’Euroarea ha lasciato sul terreno l’8,3% del pil, e l’unica a mostrare segni positivi è al momento la Cina, il Paese dal quale la pandemia ha avuto origine per poi diffondersi nel resto del mondo.

Il peso della crisi schiaccia il mondo: in fumo 28 mila miliardi

La ripresa? Un rebus. Legata fortemente alla possibilità che alla fine si trova davvero un vaccino efficace contro il Covid-19. La parola usata più spesso dall’Fmi, non a caso, è stata “incertezza”. Servirà, nel frattempo, continuare a stimolare la ripresa sospendendo i vincoli di bilancio, spingendo sulle rivoluzioni verdi e digitali. Un treno che non è possibile perdere.

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