È risultato decisivo il pressing di Bruxelles, e Giorgia Meloni annuncia il dietro front – o, se preferite, il voltafaccia – sul Pos, decidendo di espungere la relativa misura dalla Legge di Bilancio. Il solito ricatto dell’Europa. Oggi come ieri; a riguardo del Mes come in merito alle misure interne di uno Sato – teoricamente – sovrano. L’arma del ricatto, per la precisione, è costituita essenzialmente dalla erogazione dei fondi comunitari per il Pnrr. Che, peraltro, non sarebbe la panacea di tutti i mali. Il governo aveva provato a negoziare l’abbassamento della soglia a 30 euro, ma “quello dell’obbligo del Pos è un obiettivo del Pnrr e quindi lo stiamo trattando con la Commissione” ha spiegato Giorgia Meloni, lasciando il Senato dopo il tradizionale concerto di Natale.
Ricordiamo che per ogni transazione (e ogni giorno ve ne sono a decine di milioni) la banca incassa le commissioni, che con il contante sono assenti. Quale “strumento di libertà”? Si tratta dell’ennesimo regalo alle banche. Hanno sempre sbagliato, quelli del “Ce lo chiede l’Europa”: sarebbe più corretto dire “Ce lo impone l’Europa”. D’altronde, quando la volontà dei cittadini, che hanno votato per una compagine governativa che facesse ciò che aveva annunciato, viene mortificata dai diktat di Bruxelles non possiamo che registrare – ove fosse ancora necessario – una sovranità limitata, “subappaltata” alle istituzioni comunitarie e alle volontà di oscuri burocrati che nessuno ha mai votato. Circa tutti gli altri cambiamenti della manovra finanziaria, rimandiamo a questo articolo. (Continua a leggere dopo la foto)
Rimarranno, pertanto, le multe pari a 30 euro più il 4% della transazione rifiutata per i commercianti. Dunque, sparisce dalla bozza della Legge ancora da approvare (tanto, in fondo, la vera approvazione deve giungere dall’Europa) la prevista cancellazione delle sanzioni per gli esercenti che si rifiutano di accettare i pagamenti con il bancomat, o la carta di credito, sotto i 60 euro. Nell’emendamento che presenterà il governo è prevista l’eliminazione della normativa. “Troveremo un altro modo per non fare pagare le commissioni”, fa ora sapere la Presidente del Consiglio. Certo, la questione riguarda la Legge di Bilancio e la misura del Pos, ma è sulla cornice di un tale scenario di ingerenze che intendiamo soffermarci, ovvero la sovranità limitata perché ceduta alle istituzioni comunitarie. (Continua a leggere dopo la foto)
Il discorso vale, naturalmente, non solo per l’Italia, ma è il nostro Paese la catena debole di queste specie di Leviatano tecnocratico in cui si è tramutata l’Europa dei popoli e delle patrie, l’Europa di Altiero Spinelli o Robert Schumann e Jean Monnet.
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